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Data: 10/05/2020

LE MANFRINE DI PALAZZO TORNANO AD AFFONDARE IL TPL MOLISANO. IL PRESIDENTE TOMA, NELL'ASSEGNARE LE DELEGHE AVOCA A SE' I TRASPORTI LASCIANDO A NIRO LE INFRASRUTTURE E COME NEL GIOCO DELL'OCA SI TORNA AI NASTRI DI PARTENZA

LE MANFRINE DI PALAZZO TORNANO AD AFFONDARE IL TPL MOLISANO. IL PRESIDENTE TOMA, NELL'ASSEGNARE LE DELEGHE AVOCA A SE' I TRASPORTI LASCIANDO A NIRO LE INFRASRUTTURE E COME NEL GIOCO DELL'OCA SI TORNA AI NASTRI DI PARTENZA

Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl autoferro «Non tollereremo chi cercherà di minimizzare o, peggio, trascurare le nostre sacrosante istanze. Vanno fatti dei passi in avanti in questa che non è una semplice disputa tra maestranze e padroni, ma è una battaglia di civiltà tra chi vuole un Molise moderno ed efficiente e chi vuole difendere il proprio orticello lasciando che tutto resti com’era».  “Ci sono manovratori del Tpl” (Quotidiano del Molise)  


Le Organizzazioni Sindacali regionali dei trasporti molisani, nell’apprendere dagli organi di stampa gli esiti di queste strampalate manfrine di palazzo, ancor più gravi perché perpetrate in tempi di pandemia, e che coinvolgono anche i “manovratori” del TPL regionale, hanno espresso tutto il loro sconcerto e le forti perplessità sull’effettivo risanamento di un settore che ci vede fanalino di coda dell’Italia. In pratica si torna alla partenza! in questo che può sembrare un gioco dell’oca e che in realtà è un delicato argomento che riguarda centinaia di lavoratori, relative famiglie e diverse migliaia di pendolari.

In una fase storica che vede misurarsi tutti i soggetti in campo su partite di capitale importanza quali:

  • Rinnovo del contratto di servizio con Trenitalia (2020-2033);
  • Bando di gara per l’affidamento ad un gestore unico del servizio extraurbano su gomma;
  • Lavori di modernizzazione della vecchia rete ferroviaria ridotta ad un misero “rametto”;
  • Messa in esercizio di quell’opera incompiuta che è la “metropolitana leggera”;
  • Rinnovo totale del parco mezzi sia su ferro che su strada con investimenti rilevanti;
  • Riorganizzazione di un trasporto pubblico che finalmente preveda la collaborazione (e non la competizione) di ferro e gomma;
  • E ultimo, ma non per importanza, le tante videoconferenze tra assessorato aziende e sindacati sulle misure sanitarie e sul recepimento dei DPCM che arrivano dal Ministero della Sanità e dal Ministero dei Trasporti da adottare in tempi di COVID-19 e che tanti prevedono dureranno ancora per molti mesi.

Ebbene con tutta questa carne al fuoco, sostengono Filt Cgil - Fit Cisl - Uiltrasporti - Faisa Cisal e Ugl autoferro, i nostri allegri amministratori, con un incompressibile colpo di mano, decidono che si “resetta” tutto, con conseguente ed innegabile perdita di: tempo, risorse e pazienza delle parti.

Peraltro con questa operazione, si è palesata anche una incredibile separazione (che c'è da credere non abbia comparazioni nello scenario nazionale) tra la delega delle Infrastrutture (ancora in capo all’Assessore Niro) e quella dei trasporti e della mobilità (in capo al Presidente della Regione Toma). Basti pensare, precisano Rolandi, Vitagliano, Mastropaolo, Santangelo e Libertone che quando si andrà a discutere, ad esempio, di trasporto su rotaia con il gruppo Ferrovie dello Stato, stante la strana situazione che si è venuta a creare, capiterà che un Assessore regionale si confronterà con la società RFI sulle reti e sulle infrastrutture ferroviarie molisane e un altro Assessore regionale discuterà di servizi e di contratti con Trenitalia!!!

Vale la pena rammentare che appena qualche giorno fa l’assessore uscente, ignaro del destino che gli sarebbe toccato in sorte, aveva affermato con altera fierezza che il Molise era tra le quattro regioni pilota nel progetto di ripartenza. Nonostante i riflettori puntati addosso, è stato offerto offerto uno spettacolo indubbiamente poco serio che ci allontanerà ancora di più dal resto d’Italia.

Le Segreterie Regionali sono convinte che questo capriccio molisano comporterà ulteriori sofferenze agli anelli più deboli (ma sicuramente più seri e responsabili) di quella catena che è il TPL regionale, che sono i lavoratori (peggio pagati d’Italia) e i pendolari (fruitori del servizio più scadente d’Italia), ed è per questo motivo che con tutto il fiato c'è da urlare BASTA!

Le Organizzazione Sindacali peraltro rammetano di aver fornito la propria collaborazione allorchè è stata chiesta, mediando con i lavoratori stremati per i ritardati pagamenti degli stipendi (anche se su questo capitolo si apre uno spiraglio interessante, perché il governatore Toma, neo assessore ai trasporti, è stato l’unico in Consiglio Regionale ad ammettere la fattibilità della cosiddetta surroga, tanto caro ai sindacati e che prevede, come accade nel codice degli appalti, la sostituzione dell’ente appaltante all’azienda che non corrisponde regolarmente gli emolumenti ai propri dipendenti), garantendo il contributo e la competenza nel trovare soluzioni a problematiche recenti che non avevano precedenti nella storia del paese che mai si era cimentato con il distanziamento sociale, con l’igienizzazione, la sanificazione e con tutto quello che ha comportato la Fase 1 e sta comportando la Fase 2, mostrando un senso di responsabilità sconosciuto ai nostri politici distratti e spensierati, ai nostri funzionari che non funzionano, ai nostri imprenditori avidi e con le casse perennemente vuote.

«Ora - ribadiscono Filt Cgil - Fit Cisl - Uiltrasporti - Faisa Cisal e Ugl autoferro - pretendiamo che ci venga concessa ancora quella virtuosa occasione settimanale delle videoconferenze con l’assessorato ai trasporti, per affrontare con metodo e cercare di risolvere, una volta per tutte, problemi che ci trasciniamo da una trentina d’anni , consapevoli che adesso dovremo trattare con un soggetto che sicuramente ha un’agenda più piena e fitta di quello precedente, quindi ci toccherà restare con grinta sul pezzo per far restare sempre all’ordine del giorno la sofferenza dei soggetti più deboli».

«Non tollereremo chi cercherà di minimizzare o, peggio, trascurare le nostre sacrosante istanze. Vanno fatti dei passi in avanti in questa che non è una semplice disputa tra maestranze e padroni, ma è una battaglia di civiltà tra chi vuole un Molise moderno ed efficiente e chi vuole difendere il proprio orticello lasciando che tutto resti com’era».          


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