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Data: 24/10/2022
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB
    ABRUZZOWEB

Al via campagna per regionali del 2024 in commissione legge elettorale e surroga, ma Lega pronta a chiedere in cambio restituzione presidenza della Tua.

Proposta Marsilio con collegio unico inizia iter già mercoledì. Opposizione si spacca: bordate da Pd, Italia Viva teme tradimenti, M5s tace, Marcozzi favorevole. Con ulteriore modifica statuto su status del sottosegretario di giunta porte aperte all'emiciclo ad Astolfi, coordinatore teramano di FI. Sullo sfondo la partita del rimpasto che FDI non vuole.


L’AQUILA – Marco Marsilio e il centrodestra lanciano già la volata per ottenere la  riconferma con lo stesso presidente di Fdi ricandidato, alle regionali della primavera del 2024.

E nella lunga campagna elettorale, il centrodestra non  deve guardarsi solo dalle opposizioni di centrosinistra e del M5S, ma anche da se stesso, visti i rapporti tesi specialmente tra la Lega, fiaccata dai deludenti risultati alle ultime tornate elettorali,  molto lontani dal 28% nel febbraio 2019, con dall’altra parte Fratelli d’Italia, diventato primo partito, e Forza Italia, che  chiede un rimpasto per contare di più. In campagna elettorale anche le opposizioni, che nell’ultimo consiglio hanno chiuso ad ogni collaborazione,  stigmatizzando la violazione del regolamento per i fondi ritenuti a pioggia.

In questo quadro, passaggi salienti dei prossimi giorni  sono la già contestata modifica della legge elettorale e dello statuto, con l’estensione della surroga anche al sottosegretario di Giunta.

Vediamo il perché.

Va bene che il presidente Marsilio aveva promesso massima condivisione e nessuna forzatura a colpi di maggioranza, ma il sostanzioso ritocco della legge elettorale abruzzese già ha una corsia preferenziale, per la sua eventuale approvazione, a tappe forzate, con l’approdo mercoledì prossimo nella Commissione speciale Statuto, presieduta dal sottosegretario Umberto D’Annuntiis, del pdl che porta la firma dello stesso presidente, depositato solo martedì scorso.

Una legge elettorale che prevede innanzitutto un collegio unico regionale, al posto dei quattro su base provinciale, e contro cui il centrosinistra in consiglio regionale già alza le barricate, arrivando a definirla, con Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale aquilano del Partito democratico  una “porcata”, che penalizza le aree interne con meno popolazione e votanti. Ma c’è chi invece si smarca dalla posizione del Pd, come il segretario regionale di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, mentre si è dichiarata favorevole il consigliere regionale, ex M5s Sara Marcozzi, ora del gruppo misto. Non ha preso ancora posizione il Movimento 5 stelle.

Ma non è tutto: all’ordine del giorno della seduta di mercoledì c’è anche un’altra partita, lasciata congelata per molto tempo, già dal 2020 quando fece capolino: la modifica dello statuto per permettere la “surroga”, ovvero la sostituzione in consiglio regionale con il primo dei non eletti anche per lo stesso sottosegretario D’Annuntiis, eletto con Forza Italia, ora in Fratelli d’Italia, parificando questa carica, inventata  dal centrosinistra di Luciano D’Alfonso, ad un vero e proprio assessorato, e consentendo così l’ingresso all’Emiciclo di Gabriele Astolfi, primo dei non eletti nel 2019 per Forza Italia nel Teramano, attuale commissario provinciale ed ex sindaco di Atri.

 

 

Una decisione che però potrebbe non andare bene alla Lega, in una fase in cui già forte è la tensione con Fi, dopo che il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, che a breve prenderà il posto come segretario regionale del rieletto parlamentare Nazario Pagano, ha chiesto a Marsilio maggior peso in giunta, ovvero un secondo assessorato, oltre a quello dell’esterno Daniele D’Amario, con i salviniani che dovrebbero rinunciare ad uno dei loro quattro posti su sei in giunta, con l’argomento che ora la compagine azzurra ha ben sei membri, oltre a Sospiri e Mauro Febbo, anche i tre federati di Valore Abruzzo, Simone Angelosante, Tony Di Gianvittorio ed Emanuele Marcovecchio, e l’altrettanto federato Roberto Santangelo, vice presidente del consiglio,

La Lega ovviamente si terrà stretti i suoi assessori, pronta alla guerra e dunque, a maggior ragione, pretenderà per ​l’ok al​la modifica dello statuto e l’ingresso di Astolfi, come minimo la restituzione della presidenza della Tua, la società regionale dei trasporti: la Lega aveva fatto nominare l’ex assessore del Pdl, poi diventato salviniano, Gianfranco Giuliante, che poi è andato via dal partito sbattendo la porta, approdando con la sua associazione politica Futura, nel Terzo polo. Alla Tua Giuliante non è stato riconfermato per un nuovo mandato, come era scontato, ma la pesantissima poltrona è andata però a Forza Italia, assegnata  all’ex sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis, segretario provinciale dell’Aquila del partito. Uno scippo che i leghisti ancora non riescono a digerire.

L’ipotesi rimpasto, anche per il terremoto che può creare, ad un anno e mezzo dalle elezioni regionali, viene già perentoriamente respinta al mittente, in una intervista di Abruzzoweb, dal neo senatore e coordinatore regionale di Fdi, Etel Sigismondi, come pure dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, anche lui di Fdi, ritenuta a dir poco inopportuna, e con l’argomento che devono valere, ai fini del manuale Cencelli, i risultati delle elezioni del 2019. anche perché a quel punto Fdi, che alle politiche del 25 settembre è arrivata in Abruzzo al 27%, rispetto al 7% di quattro anni fa, potrebbe pretendere questo mondo e quell’altro, sfasciando definitivamente la maggioranza.

E’ questa del resto la posizione del presidente Marsilio, probabile ricandidato per un secondo mandato, e allergico ai rimpasti. Unica modifica prevista è dunque la sola sostituzione di Guido Liris, assessore al Bilancio e Personale, eletto senatore con Fdi, con Mario Quaglieri, presidente della quinta commissione Sanità, eletto nella Marsica, finora subentrato in consiglio allo stesso Liris come primo dei non eletti. Con un effetto domino al posto di Quaglieri entrerebbe in consiglio anche il capo di gabinetto della Giunta Marsilio, Massimo Verrecchia, dirigente di Fdi di Avezzano.

Tornando dunque alla nuova legge elettorale: essa prevede l’abolizione dei  quattro collegi provinciali, e costituzione di un collegio unico elettorale regionale, per porre fine al “campanilismi” e “localismi” dei consiglieri eletti, introduzione della tripla preferenza di genere, due posti di diritto, e non più uno soltanto, ai primi due candidati presidenti della della Regione, anche se non sono risultati eletti, purché le loro liste o coalizione abbiano ottenuto almeno due seggi. Un ampliamento del numero di candidati di lista. Infine una modifica nei complessi calcoli per l’assegnazione dei seggi con criterio proporzionale, alle coalizioni e singole sulla base delle rispettive cifre elettorali, senza dare più la priorità alle sole liste circoscrizionali.

Elemento dirimente, nella scheda tecnica, le argomentazioni alla base dell’introduzione del collegio unico elettorale che “consente di prefigurare un sistema nel quale un candidato possa sottoporsi al giudizio di tutti i cittadini della regione indipendentemente dal territorio di appartenenza”. Ovvero un’unica circoscrizione elettorale, “permette di superare quella frammentarietà che caratterizza il nostro tessuto regionale e che molto spesso impedisce di creare sinergie in un ottico di sviluppo e crescita”.

E ancora, “l’abolizione dei quattro circoscrizioni elettorali rappresenta un passo in avanti per poter migliorare ulteriormente la qualità dell’azione del Governo regionale, dal momento che i consiglieri che saranno eletti e gli stessi assessori regionali potranno farsi carico di problemi che vanno al di là dei rispettivi contesti territoriali uscendo dalla logica degli eccessivi campanilismi”.

A tuonare contro la proposta sono stati già senatore Michele Fina, segretario regionale abruzzese del Pd, del partito, in una infuocata conferenza stampa tenuta all’Aquila insieme al capogruppo in consiglio regionale, Silvio Paolucci, e ai consiglieri Pierpaolo Pietrucci e Dino Pepe.

“Marsilio pensa esclusivamente ai giochetti politici – hanno attaccato -. Secondo questo approccio Marsilio dovrebbe proporre anche che i parlamentari non siano scelti su base regionale o sub-regionale ma solo in un unico collegio nazionale, mentre il cuore della rappresentanza sta proprio nel conciliare gli interessi locali con quelli generali. In realtà la maniera più efficace per ottenere lo scopo che Marsilio dichiara, contrastare la politica campanilistica, è evitare i finanziamenti a pioggia a cui ci ha abituato, destinati ad accontentare i singoli consiglieri, o non andare in giro da Presidente della Regione, come fa lui, decidendo a quale comune dare i contributi e a quale no sulla scorta di criteri poco o per niente oggettivi”.

Pietrucci ha definito la proposta di legge elettorale “una porcata, che potrebbe lasciare a bocca asciutta alcune aree interne della regione”.

Non la pensa esattamente così il coordinatore regionale di Italia viva Camillo D’Alessandro, candidato non rieletto alle politiche del 25 settembre. C’è chi assicura che potrebbe candidarsi presidente di regione per il terzo polo tra un anno e mezzo, senza alleanza con il centrosinistra, che invece lavora al campo largo con M5s. E dunque se dovesse arrivare terzo, la nuova legge elettorale gli garantirebbe un posto di diritto, che l’attuale norma esclude. Ma nella sua nota, stigmatizza proprio questa opzione, pensata per spaccare il fronte delle opposizioni.

“La legge elettorale assume un significato chiaramente politico – ha dichiarato D’Alessandro -, l’obiettivo di Marsilio è quello di dividere il fronte dell’alternativa stimolando candidature in autonomia con la previsione dell​’​elezioni del candidato presidente arrivato terzo. Non c’entra nulla né con il buon funzionamento del consiglio regionale, né sulla stabilità dei governi regionali, ma è solo ed esclusivamente una legge grimaldello per rompere una eventuale larga coalizione che si opponga in alternativa all’attuale maggioranza”. I sospetti di D’Alessandro sono accresciuti dal silenzio di M5s: “la legge elettorale potrebbe essere un primo banco di prova per verificare se ci siano o meno le condizioni non per costruire da oggi una coalizione, ma almeno una unità di intenti. Se i 5 Stelle votano questa legge e il Pd è nettamente contrario cosa succede il giorno dopo? Per le prossime regionali?”

Ad essere favorevole invece è Sara Marcozzi, ex capogruppo M5s, che poi ha seguito nella scissione Luigi Di Maio, ed ora è al gruppo misto: “Ho sempre ritenuto che una legge elettorale regionale che prevedesse l’istituzione di un collegio unico fosse una buona proposta per l’Abruzzo, e credo che l’iniziativa presa dal presidente Marsilio sia condivisibile”. E ha aggiunto: “Dobbiamo iniziare a ragionare come un’entità unica, superando le tante faide tra territori a cui ho assistito per anni e che hanno rappresentato un freno per lo sviluppo della regione – scrive Marcozzi – Troppe volte ho osservato consiglieri regionali impegnati soprattutto a fare i consiglieri comunali in Regione.

Un esponente autorevole delle aree interne, il sindaco Biondi invece promuove la proposta di nuova legge elettorale, avendo spiegato ad Abruzzoweb che “non credo che sia una legge elettorale a penalizzare le aree interne,  quanto piuttosto la capacità delle aree interne di essere protagoniste. Ad esempio, nelle regionali del 2019 era stato detto che l’Aquilano rispetto alla Marsica era penalizzato, perché con meno popolazione. Eppure questo non ha impedito al centrodestra di eleggere tre aquilani,  Guido Liris, Roberto Santangelo ed Emanuele Imprudente in consiglio regionale, il centrosinistra altri due aquilani,  Americo di Benedetto e Pierpaolo Pietrucci”.


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