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Data: 14/11/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

All'alba la rabbia dei lavoratori Ama Assemblea e sit-in sulla Statale 17 con traffico rallentato. I dipendenti dicono no al taglio di 300 euro sugli stipendi trasporti» . I servizi trasmessi dalle testate giornalistiche

L'AQUILA Un'assemblea all'alba, autoconvocata. Poi la decisione di scendere in strada e bloccare il traffico, per richiamare l'attenzione delle istituzioni e sensibilizzare la città. I 130 dipendenti dell'Ama, l'Azienda della mobilità aquilana, stanno vivendo una situazione che definiscono drammatica: domani in consiglio comunale si discuterà della ricapitalizzazione della società partecipata - necessaria per evitarne il fallimento - ma anche del piano di ristrutturazione, che comporta l'azzeramento della contrattazione di secondo livello, con tagli alle retribuzioni di 800mila euro all'anno. Per i lavoratori significa 300 euro in meno, ogni mese, nello stipendio.

LA PROTESTA. Martedì sera la prima assemblea del personale, gestita con difficoltà dai sindacati, a causa della rabbia crescente dei dipendenti, dopo le ultime notizie arrivate dal Comune. Dopo poche ore, i lavoratori che prendevano servizio alle 5 del mattino si sono nuovamente riuniti, con un'iniziativa spontanea, e hanno deciso di farsi sentire. Sono usciti dalla sede dell'azienda e hanno raggiunto la vicina rotonda, davanti al bar Cin Cin, che è molto trafficata in quelle ore. Il presidio, con rallentamenti alla circolazione, è andato avanti fino alle 10.30, quando è arrivato il sindaco Pierluigi Biondi. «Non era nostra intenzione creare grossi disagi agli automobilisti e ai nostri concittadini», hanno spiegato i lavoratori, «e quindi il traffico è stato solo rallentato. Ma stiamo scontando sulla nostra pelle problemi creati da altri e vogliamo che tutta la popolazione conosca la verità. Vogliono salvare l'azienda tagliando i nostri stipendi: che futuro possiamo offrire ai nostri figli?». A portare solidarietà, anche il consigliere regionale Americo Di Benedetto.

LA CRISI AMA. L'Ama perde 120mila euro al mese e ha chiuso gli ultimi tre bilanci in negativo. Il Comune è già intervenuto con 2 milioni, per risanare la società, e domani verrà portata in consiglio comunale la delibera di ricapitalizzazione dell'azienda, per 1,3 milioni di euro. Un atto indispensabile, per evitare di portare i libri in tribunale. Ma che da solo non basta. «Accanto alla necessaria ricapitalizzazione è previsto anche un piano di riorganizzazione aziendale», spiega il segretario della Filt-Cgil Domenico Fontana, «che prevede un taglio della contrattazione di secondo livello per 800mila euro: facendo un po' di conti, gli stipendi dei lavoratori sarebbero decurtati, in media, di 300 euro al mese. E stiamo parlando di persone che, anche a fine carriera, non prendono più di 1.500 euro mensili. In pratica», sottolinea Fontana, «la ricapitalizzazione la faranno pagare ai 130 lavoratori. La situazione era nota, la stiamo denunciando da oltre 10 anni. L'Ama da tempo non ha più la sostenibilità economica e per questo, insieme ai lavoratori, abbiamo sostenuto la fusione con Tua, che era stata avviata. Ma poi tutto si è arenato».
LA PROPOSTA. Secondo sindacati e dipendenti va adottato un piano di riorganizzazione annesso all'addendum al contratto di servizio, che non tocca il salario di secondo livello. Il sindaco si è impegnato «a presentare in aula un emendamento che preveda la costituzione di un gruppo di lavoro incaricato di esaminare le diverse soluzioni».

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