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Data: 13/11/2019
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Ama, futuro ancora incerto decisivo il Consiglio.

E’ ancora appeso ad un filo il futuro di Ama. Se entro il 15 novembre non sarà votato il piano di ricapitalizzazione da 1,3 milioni di euro in Consiglio comunale, l’azienda dovrà essere posta in liquidazione. Motivazione questa che deve aver convinto la maggioranza, le cui anime si sono ricompattate in commissione consentendo l’approvazione della delibera. Liquidazione diAma significherebbe privatizzazione del servizio, un esito che potrebbe essere auspicato da qualche componente dell’esecutivo comunale, come si dice nei corridoi del municipio. Il parere del Collegio dei Revisori, presenti questa volta in Commissione, è parso dunque più che scontato: la ricapitalizzazione s’ha da fare, come pure il piano lacrime e sangue che porterebbe ad un taglio di 800 mila euro la contrattazione di secondo livello. Peraltro alla seduta di commissione erano presenti, in assetto da protesta, alcuni lavoratori di Ama che non ci stanno ad avere un taglio da 300 euro in busta paga. All’orizzonte tuttavia c’è un altro pasticcio amministrativo da risolvere. Vi sono ben due piani di ristrutturazione: il primo allegato all’addendum di contratto che prevedeva solo un taglio di 450 mila euro alla contrattazione di secondo livello; il secondo piano, invece, allegato alla delibera in approvazione sulla ricapitalizzazione, prevede tagli da 800 mila euro per i lavoratori. La differenza fra i due piani implicherebbe di dover tornare a modificare addendum e costo standard costringendo ad un altro passaggio consiliare. Non si placa peraltro lo scontro fra le assessore Carla Mannetti e Fausta Bergamotto sulla filosofia dei provvedimenti pro Ama. Per la Mannetti il piano è troppo prudente e vi sarebbero i margini per tagliare i costi senza incidere sugli stipendi dei lavoratori. La stessa Mannetti ha scritto una lettera al sindaco e alla Bergamotto sottolineando che azzerando la contrattazione di secondo livello andrebbe ricalcolato anche il costo standard, con conseguenze pesanti per Ama e per l’Ente. La Bergamotto ha replicato, con un’altra nota, evidenziando che si tratta di due atti dichiaratamente distinti e con finalità evidentemente diverse, approvati in tempi cronologicamente differenti.


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