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Data: 29/11/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO

D'Amario: per Natale saremo zona gialla Il direttore del Dipartimento sanità spiega al Centro l'obiettivo della Regione «Le regole dicono che cambieremo il 10 dicembre. Chiediamo di anticipare» Ma nel giro di 24 ore i ricoveri risalgono

PESCARA «L'obiettivo è tornare alla fascia gialla, e quindi anche alla riapertura delle attività di ristorazione, prima di Natale. Su questo sono fiducioso perché la situazione sta migliorando. Ma dobbiamo continuare a lavorare per stabilizzare questi dati positivi».Lo dice Claudio D'Amario, direttore del Dipartimento regionale della sanità, che fa il punto sull'andamento dell'epidemia in Abruzzo e anticipa quello che potrebbe essere il Natale 2020 ai tempi della pandemia. Non solo. D'Amario chiarisce anche quello che potrebbe succedere nella nostra regione dopo giovedì, giorno in cui scadrà l'ordinanza del presidente Marco Marsilio che ha imposto la zona rossa anticipando il decreto del Governo. L'Abruzzo, infatti, rischia di non diventare zona arancione da venerdì, ma di restare in zona rossa fino al 10 dicembre anche se i dati attuali consentirebbero di cambiare da subito fascia. Dal momento in cui la Cabina di regia del Ministero della Salute riconosce che una regione ha dei parametri compatibili con una fascia inferiore rispetto a quella che le è stata attribuita, quella regione, infatti, deve restare 14 giorni nella stessa fascia per stabilizzare i miglioramenti. Nel caso dell'Abruzzo, la Cabina di regia ha certificato una discesa di livello venerdì scorso nell'ultimo report che viene fatto ogni fine settimana. Per l'Abruzzo, dunque, il conto alla rovescia per uscire dalla zona rossa è partito venerdì e tecnicamente finirà il 10 e non il 3 dicembre. A meno che non ci sia una flessibilità da parte del Governo se i numeri dovessero migliorare nei prossimi giorni. D'Amario, può confermare che l'Abruzzo rischia di restare zona rossa anche dopo il 3 dicembre?«Di questo sono abbastanza convinto. Non è escluso, però, che si possa ottenere un risultato di maggiore flessibilità dalla conferenza Stato-Regioni che ci sarà in settimana. L'Abruzzo ha già indicatori buoni che potrebbero farci aspirare alla zona arancione, ma il regolamento di attribuzione di fascia richiede che, prima di tornare indietro, bisogna stare due settimane nella stessa fascia per stabilizzare i dati. Il miglioramento dell'Abruzzo è stato certificato venerdì dalla Cabina di regia. Noi siamo all'inizio della prima settimana di miglioramento, quindi tecnicamente dobbiamo starci altri 14 giorni, dopodiché la Cabina di regia ci attribuirebbe una fascia inferiore. Il meccanismo è questo perché se migliori gli indicatori la prima settimana, ma quella successiva i dati peggiorano, vuol dire che non si è creata la condizione della stabilità del risultato. Non dobbiamo però preoccuparci di questo perché il nostro obiettivo non è tanto passare nella fascia intermedia, ma tornare in una fascia gialla a Natale». Come se lo immagina questo Natale?«Noi abbiamo anticipato delle manovre restrittive proprio per evitare di trovarci a Natale in una situazione di blocco di tutte le attività e dell'economia. L'aver anticipato la zona rossa è stata una strategia perché, avendo un impatto assistenziale molto elevato, avremmo rischiato di trovarci nel periodo festivo in lockdown. Saremmo potuti restare ancora arancioni, ma poi saremmo finiti il 15 dicembre in zona rossa con una paralisi totale fino all'Epifania. Lavoriamo per salvare il Natale, consentire la riapertura dei bar e dei ristoranti e far girare l'economia».Quali sono i primi effetti della zona rossa? Quali sono i dati attuali in Abruzzo sui ricoveri e sull'indice Rt?«Ci sono già dei miglioramenti, adesso dobbiamo stabilizzare questi risultati. Abbiamo bloccato la crescita dell'indicatore dell'attività assistenziale, siamo in una situazione di plateau, ma ci sono ancora troppi ricoveri in ospedale. Siamo quasi al 40% delle terapie intensive e la soglia di allarme scatta al 30%. Siamo intorno al 50%, invece, per i posti letto occupati con l'allerta che scatta al 40%. Dobbiamo fare in modo di curare a casa i pazienti che hanno un quadro clinico in netto miglioramento.Questo significa presentare allo Stato un'occupazione ospedaliera inferiore rispetto a quella che oggi presentiamo e che per il Governo rappresenta un allarme. L'assistenza domiciliare è una sfida per l'Abruzzo. In questi anni abbiamo insistito troppo negli ospedali e non nell'assistenza a casa. L'indice Rt, ovvero il tasso di riproduzione netto della malattia, è sceso all'1,11. Se riuscissimo ad arrivare questa settimana vicini all'uno sarebbe un grande segnale».Quali comportamenti dobbiamo avere da qui fino a Natale per salvare le feste?«Le regole sono sempre le stesse. Bisogna avere l'intelligenza di usare la mascherina, mantenere le distanze e lavarsi le mani. Regole da seguire non solo fino a Natale, ma anche in futuro. Vedo ancora comportamenti di non consapevolezza. Anche quando entreremo nella fase di miglioramento, non dobbiamo commettere l'errore di quest'estate e pensare che sia tutto finito. In estate ho visto molti assembramenti e un'aria rilassata. Quegli atteggiamenti un po' li stiamo pagando ora». Quando sconfiggeremo il coronavirus?«Il virus sarà presente in modo molto importante fino a maggio-giugno 2021, e ci potrebbe essere anche il rischio di un ritorno nel 2022. Le vere pandemie durano due o tre anni e non si esauriscono con una stagione invernale».
 
Ma nel giro di 24 ore i ricoveri risalgono Terapie intensive a +77: è il record dall'inizio dell'epidemia
29 novembre 2020 il centro
Record di pazienti ricoverati in terapia intensiva. L'Abruzzo, con 77 posti occupati su un totale di 181, rimane tra le regioni che hanno superato la soglia di allerta del 30 per cento. Il numero dei contagi è ancora altalenante e il rapporto dei nuovi casi rispetto al numero dei tamponi analizzati è in lieve calo, ma scavalca il dato della media nazionale.
I CASI. Ieri sono stati registrati 532 nuovi positivi, concentrati principalmente nella provincia di Teramo dove si registra quasi la metà dei casi totali giornalieri. Per quanto riguarda i Comuni, il maggior numero di contagi è stato registrato a Giulianova e Tortoreto, 31, Alba Adriatica 21, Campli 10, L'Aquila 28, Martinsicuro 17, Montesilvano 21, Pescara 34, Pineto 14, Roseto 11, Sant'Egidio 13, Silvi 14, Sulmona 21, Teramo 23.
I MORTI. Sono 11: un 73enne di Spoltore, un 76enne di Chieti, una 88enne di Vasto, un 88enne di Ortona, una 82enne dell'Aquila, una 91enne di Trasacco, un 71enne di Pescina, una 84enne di Morino, una 80enne dell'Aquila, due 92enni dell'Aquila.
TERAPIE INTENSIVE. Sale a 77 il numero dei ricoverati in intensiva. Fino a ieri il record risaliva allo scorso 3 aprile, nella prima fase, quando i pazienti in rianimazione erano 76. Solo lo scorso 20 novembre si è arrivati a sfiorare quel valore, con 75 unità. Questo il dato meno positivo di ieri nonostante un calo del numero dei ricoveri in terapia non intensiva da 689 a 680 (-9). Sono 181 i posti letto di intensiva a disposizione delle quattro Asl. Ai 94 esistenti già prima dell'emergenza, si sono aggiunti i 66 previsti dal piano di riordino della rete ospedaliera Covid19 e altri predisposti nei giorni scorsi. Al momento, quindi, del totale dei posti di rianimazione disponibili, secondo la rilevazione periodica del Ministero della Salute è occupato il 42,1% delle unità, a fronte di una soglia di allarme pari al 30%.
LA CURVA DEI CONTAGI. Il rapporto tra nuovi contagi e tamponi e del 12,1%, con un positivo ogni 8 tamponi, mentre il giorno precedente era del 12.2 e quello prima ancora del 11.4% con positivo ogni 7 tamponi. Si registra quindi una situazione altalenante, ma che si aggira sempre attorno al 12 per cento. Dati che, a differenza dei giorni scorsi, sono al di sopra della media nazionale. In Italia, infatti, ieri il rapporto positivi/tamponi è stato dell'11,6%. Ciò significa che a livello nazionale le cose migliorano più velocemente rispetto all'Abruzzo dove la curva si abbassa più lentamente.
TEST DI MASSA. Sono 23 i comuni che hanno effettuato lo screening nella giornata di ieri e su 9.395 tamponi totali i positivi sono stati 50.Il rapporto tamponi/positivi è il seguente: Balsorano 379tamponi/ 1 positivo, Barisciano 648/8; Bisegna 101/0; Capistrello 430/0; Carapelle Calvisio 50/0; Castel di Sangro 699/2; Castelvecchio Calvisio 61/0; Celano 570/2; Cerchio 80/3; Gioia De Marsi 138/2; Luco dei Marsi 375/1; Magliano dei Marsi 596/3; Montereale 777/1; Navelli 116/2; Ortucchio 435/3; Pescocostanzo 360/3; Prezza 138/2; Rocca Pia 102/0; Roccaraso 183/2; San Benedetto dei Marsi 618/1; San Vincenzo 155/0; Scoppito 950/0; Tione degli Abruzzi 116/0; Trasacco 1318/14.
INFINE L'INDICE RT. L'Abruzzo è ancora classificato come regione «a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile». È quanto emerge dall'analisi del nuovo indice di trasmissibilità Rt che si attesta a 1.1. È infatti tra le 12 regioni con indice sopra l'1. In testa Lombardia e Toscana con 1.24, seguono il Veneto con 1.23, la Basilicata con 1.22, il Molise con 1.12 e l'Abruzzo con 1.11. L'indice di trasmissibilità è stato calcolato sui casi sintomatici tramite il monitoraggio settimanale dell'Iss e del Ministero della Salute. Questa settimana il calcolo si basa però sui casi rilevati dal 9 novembre al 22 novembre. Ma qualcosa nel frattempo è già migliorata. E questo fa ben sperare per venerdì prossimo.

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