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Data: 05/02/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO
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Filovia, Masci contro gli ambientalisti: via libera al ricorso La giunta impugna la sentenza del Tar che ha bloccato i lavori Il caso al Consiglio di Stato: «Decisione sbagliata, va annullata»

PESCARA Il caso della filovia sulla strada parco arriva davanti al Consiglio di Stato che dovrà decidere se i lavori, fermati con una sentenza del Tar, possono ripartire oppure no. La giunta Masci ha deciso di fare appello e impugnare quella sentenza lunga 61 pagine e ne chiede già «l'annullamento e/o la riforma».
BRACCIO DI FERRO Lo scontro giudiziario riparte e sale di livello: tre mesi fa, il Tar ha bloccato il cantiere della filovia tra Pescara e Montesilvano, a causa della sicurezza a rischio. Senza quel verdetto, secondo la tabella di marcia del Comune e della Tua, a breve ci sarebbe stata l'inaugurazione. Ora, una relazione dell'avvocatura comunale arrivata sulla scrivania del sindaco Carlo Masci e dell'assessore ai Lavori pubblici Luigi Albore Mascia afferma che la decisione del Tar «si palesa erronea e meritevole di annullamento e/o riforma ed inoltre gravemente lesiva degli interessi dell'ente». Masci, sostenitore della filovia come mezzo pubblico per abbattere traffico e inquinamento, ha deciso di non affidare all'esterno l'incarico della difesa: nessun principe del foro, sarà l'avvocatura comunale a rappresentare l'ente davanti al Consiglio di Stato.
DELIBERA SENZA NOME Sulla delibera numero 59 approvata dalla giunta Masci non sono citate né la filovia né la strada parco: l'unico riferimento a un caso che si trascina da oltre trent'anni è la sentenza del Tar 507/2022. È proprio il documento che ha dato un altro stop alla grande opera, pensata dal 1992 ma non ancora finita. Si tratta di una sentenza che, chiamandoli «punti di conflitto», elenca i presunti pericoli che residenti, pedoni e ciclisti potrebbero incontrare lungo la strada parco con la filovia in transito: secondo i giudici amministrativi, è necessaria una «rielaborazione progettuale» perché, così com'è, la filovia sarebbe un mezzo pericoloso non per i passeggeri ma per gli altri fruitori del tracciato: c'è «l'obbligo di una rinnovazione sostanzialmente complessiva e globale su tutti gli aspetti più critici dell'opera in termini di sicurezza».
AMBIENTALISTI A presentare il ricorso al Tar contro la filovia era stato il Comitato Strada parco Bene comune, presieduto da Ivano Angiolelli e assistito dagli avvocato Claudio e Matteo Di Tonno. Per il Tar, servono approfondimenti su almeno 5 fronti: larghezza della strada, attraversamenti pedonali, semafori, accessi privati e barriere per evitare gli incidenti. «Appare evidente», recita la sentenza, «come si tratti di problemi del tutto centrali sulla sicurezza dell'opera e della sua interazione con il traffico veicolare sulla sede propria e sulla sede promiscua, nonché in merito alla sicurezza dei pedoni».
IL PIANO BLOCCATO La sentenza del Tar ha mandato a monte (per ora) il piano di Masci per la mobilità che si allunga dall'università d'Annunzio, in viale Pindaro, fino ai Grandi alberghi di Montesilvano: secondo il sindaco, la filovia non può restare confinata agli 8 chilometri e 150 metri tra il capolinea della stazione di Pescara centrale e quello di Montesilvano. Quel percorso deve arrivare almeno all'ateneo e al tribunale passando su viale Marconi con «una sede protetta sulla quale i mezzi del tpl in questione trovano una naturale sede di percorrenza privilegiata». Cioè il secondo lotto della filovia. Ma per sbloccare la prima parte del suo piano - mettere in moto la filovia - Masci ha bisogno di una sentenza favorevole. Poi, per portare il mezzo pubblico fino a viale Marconi, al sindaco servirà un'altra spinta dei giudici: è atteso per i prossimi mesi il pronunciamento del Consiglio di Stato anche sul ricorso di cento residenti e negozianti di viale Marconi.

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