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Data: 20/04/2020
Testata Giornalistica: CLICKMOBILITY
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Il ritorno alla "normalità" presenta una serie di difficoltà che dovranno essere affrontate con raziocinio e spirito di collaborazione. La difficoltà di oriorganizzare un servizio di trasporto in grado di garantire le misure di sicurezza anti contagio

Il post-coronavirus è ancora avvolto da una spessa cortina di fumo. Da una parte la vitale esigenza di riprendere le attività ormai bloccate da quasi due mesi; dall'altra la necessità di non abbassare la guardia di fronte a un nemico, il Covid-19, che non è stato ancora sconfitto.
 
In mezzo il disordinato vociare dei protagonisti della politica e delle istituzioni territoriali che anzichè dare una mano a scigliere l'intricata matassa si esibiscono quotidianamente in risse da osteria.
 
In attesa di sapere chi, come e quando verrà autorizzato a riprendere la "vita normale", le aziende di trasporto pubblico devono fare i conti con le limitazioni che non spariranno con il via libera da parte del governo.
 
In questa babele Palazzo Chigi fa sapere  che sono al lavoro diversi tavoli di esperti per la stesura di un piano che consenta la riapertura di buona parte delle attività produttive in sicurezza «integrato con una gestione organizzata delle attività industriali, della logistica e dei trasporti che tenga d'occhio la curva del contagio».
 
Dunque, si ripartirà, questo è certo, ma uno dei nodi più grandi da sciogliere è come garantire la massima sicurezza sui mezzi di trasporto pubblici. La ripresa comporterà una ripresa della domanda  che dovrà, comunque, rispettare criteri di sicurezza anti contagio. 
 
Tutto questo si traduce in ingressi contingentati nelle stazioni delle metropolitana e in numero di accessi limitati sui mezzi di trasporto, e in una diversa riorganizzazione degli orari e delle frequenze. 
Come da più parti è stato fatto notare, l'ipotesi di "tornare all'antico", vale a dire con gli stessi ritmi e gli stessi orari pre-pandemia, è incompatibile con le necessità di garantire le norme di sicurezza anti contagio.
 
Un rebus dunque che tutte le aziende Tpl dovranno risolvere garantendo un servizio essenziale ma che senza l'aiuto di tutte le istituzioni (da quelle locali nella determinazione degli orari fino a salire con le realtà produttive industriali per la nuova organizzazione del lavoro e degli orari) rischia di trasformarsi in un caos totale.

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