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Data: 07/11/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

L'Abruzzo può perdere la Zes. Ma Febbo risponde al veleno

PESCARA L'Abruzzo ora rischia davvero di restare fuori dalle Zes. Le osservazioni del ministro per il sud, Giuseppe Provenzano, non sono di facile e veloce attuazione, in particolare quelle sulla zonazione. L'assessore regionale Mauro Febbo chiede tempo e risponde alla lettera del ministro a 24 ore prima dell'incontro di oggi tra Marco Marsilio e lo stesso Provenzano. «Chiediamo al neo ministro di approvare immediatamente la proposta della Zona economica speciale della Regione Abruzzo», ribatte Febbo, «poiché diventa inaccettabile questo stallo ed incomprensibile attendere ancora, addirittura chiedendoci integrazioni, tra l'altro già apportate diversi mesi fa, e modifiche, anche queste già concordate unitamente al Ministero del precedente Governo». Febbo si dice stupito delle osservazioni del ministro Provenzano. «Infatti», spiega, «attraverso la nota del 30 aprile a firma del capo del settore legislativo del Ministero del Sud, Gianfranco Romeo, era stata comunicata l'approvazione della Zes da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti». In quella stessa lettera erano contenute delle osservazioni, «in merito ad alcune proposte di defiscalizzazione di competenza statale per i potenziali investitori in aree Zes, da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanza a cui abbiamo dato seguito prontamente e in maniera esaustiva. Con le modifiche approvate dalla giunta nel mese di maggio», prosegue Febbo, «la Regione aveva integralmente accolto i suggerimenti del Mef e, pertanto, si attendeva solo l'approvazione della Zes abruzzese, come ci era stato più volte dichiarato dai responsabili dello stesso Ministero. Quindi non si capisce cosa sia cambiato o intervenuto in questo lasso di tempo. Ad ogni modo è abbastanza agevole dare una risposta esaustiva a tutti i rilievi, anzi questa sarà una buona occasione per ribadire la filosofia di fondo che ha guidato la proposizione della costituzione della Zes così come poi è derivata». Non sarà sfuggita, ad esempio, sottolinea Febbo, «una lunga querelle che ha visto opposti istituzioni e territorio circa la possibilità di trasferirsi sotto la potestà di Civitavecchia anziché Ancona e questo non ha facilitato nemmeno la predisposizione di una reale programmazione futura. In verità, l'interesse dell'Abruzzo è quello di far assurgere i suoi porti a veri e propri riferimenti sia per le imprese che operano sul territorio, sia per i loro attuali o futuri interlocutori. In questo contesto, è abbastanza agevole presumere che Ancona abbia tutto l'interesse a far crescere i porti abruzzesi, che non saranno mai in competizione con Ancona Falconara, ma possono invece costituire un valido supporto sia per ripensare con alcune intelligenti modifiche le reti Ten-T, sia per ottenere più finanziamento per completare la rete dei trasporti intermodale e rendere la dorsale adriatica sempre più competitiva. Ma questo è uno degli obiettivi principali proprio alla base della Zes Abruzzo ed è stata ben espressa nel contesto del documento. Se poi si vuole già oggi conoscere l'esplicitazione di ciò che molto probabilmente costituirà un lavoro lungo e lento dell'organo di governo della Zes, allora forse si pretende un po' troppo oggi, che si è ancora in fase di avvio».L'assessore osserva che «l'Abruzzo non ha scelto di proporre una Zes in solitudine: ci è stato costretto per porre rimedio ad una decisione che ha subìto e non condiviso. Su un aspetto, forse, la nota del ministero fa una giusta osservazione ed è quella relativa alla individuazione dei territori da includere nell'area. Era un problema che ci siamo posti da opposizione e da maggioranza perché anch'esso figlio della fretta di presentare la proposta stante l'avanzare del tempo e la necessità di non rimanere indietro rispetto alle altre regioni. Tant'è che è stato segnalato, ma ci era stato risposto, da rappresentanti del ministero, che ci sarebbe comunque stato sempre tempo per interventi successivi». Ma ora il tempo sembra essere scaduto. Così arriviamo al punt nodale: la Regione, conclude l'assessore, aveva già in animo di affrontare nel dettaglio il problema della zonazione, «visto che aveva già avviato una serie di incontri con i portatori d'interesse. Giova dire che è più interesse dell'Abruzzo che non del ministero arrivare presto a questa definizione e, pertanto, anche di questo aspetto non c'è da preoccuparsi». (c.s.)

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