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Data: 25/05/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

La Regione: «Cura Abruzzo, i soldi ci sono» L'assessore Febbo replica alle 16 sigle industriali: «Coperture garantite e misure di buon senso» la polemica sulla manovra da 60 milioni per aiutare le imprese

PESCARA Sedici sigle del mondo economico, produttivo e sindacale bocciano la legge regionale Cura Abruzzo, mettendo in dubbio anche la copertura finanziaria della manovra da 60 milioni di euro. La replica della giunta è affidata all'assessore Mauro Febbo che garantisce: «I fondi ci sono. Per i 60 milioni del Cura Abruzzo c'è la certificazione degli uffici bilancio e ragioneria, oltre che il parere del legislatore».
L'ATTACCO. Confindustria e le altre sigle hanno dichiarato lo stato di mobilitazione, contestando «la mancanza di visione generale per il rilancio dell'Abruzzo» e ritenendo «insufficiente il previsto ristoro di affitti e perdite di fatturato che, a fronte di circa 58mila imprese ferme durante il lockdown, offrirà un piccolo palliativo ad appena 7-8 mila imprese, ipotizzando un contributo medio di 1.500-2.000 euro ciascuna». In più, le 16 sigle hanno espresso dubbi sulla copertura finanziaria legata a una rimodulazione di fondi comunitari «non immediatamente disponibili per 19 milioni, mentre per i restanti 20 si prevedono tempi lunghi, con conseguenze sull'operatività effettiva della legge e delle sue misure».
LA REPLICA. L'assessore regionale Febbo ribatte che «le coperture sono certe e che le scelte fatte sono di buon senso. Peraltro, le misure a fondo perduto saranno incrementate fino a 80 milioni non appena termineremo i lavori di riprogrammazione di alcune misure. Si contesta che per la disponibilità dei 19 milioni di riprogrammazione fondi Ue i tempi non sono rapidi», dice Febbo, «ma non è così perché abbiamo già provveduto alla notifica a Bruxelles. Contiamo di arrivare in tempi rapidissimi ad approvare il conto consuntivo 2019, in contemporanea ai passaggi di legge tra promulgazione, pubblicazione nel bollettino ufficiale della Regione e successivi bandi, per avere la restante copertura. Verificherò con attenzione se le stesse organizzazioni contestatrici presenteranno le domande di contribuzione per i loro associati visto che ritengono che non ci siano i fondi».
LE MISURE PER LE IMPRESE. Per le sigle economiche e sindacali, i fondi per le imprese sono insufficienti. «Le critiche sulla esiguità del contributo medio di 1.500 euro sono ingenerose», risponde Febbo, «se paragonato a ciò che il governo ha stanziato, cioè 2.000 euro. E comunque i due contributi andranno a sommarsi perché non sono escludenti. Inoltre, abbiamo annunciato altri provvedimenti integrativi sempre nell'ottica di colmare eventuali lacune e dimenticanze da parte del governo, a cui abbiamo riconosciuto il ruolo di cabina di regia. Infatti, tra i prossimi provvedimenti, ci sarà quello di accesso al credito per quelle aziende e partite iva escluse dal sistema bancario del decreto liquidità, quello relativo al prestito di 25 mila euro garantito al 100% dallo Stato che non prevede valutazione creditizia».IL TURISMO. Anche dagli operatori del turismo sono partite critiche verso le misure della Regione. «Le imprese turistiche hanno visto la nostra attenzione sia sul fondo perduto, a cui sicuramente possono accedere, ma soprattutto in un intervento specifico che riguarda le agenzie di viaggio, totalmente dimenticate dal governo, così come i balneatori. Stiamo preparando, inoltre, un intervento sui costi dei Dpi, diverso da quello di Invitalia, cioè del governo, che ha messo a disposizione solo 50 milioni».

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