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Data: 05/02/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO

Muoiono papà e due figli nello schianto in galleria Le vittime sono Andrea Silvestrone di 49 anni e i suoi bimbi di 8 e 14, grave il terzo Tir travolge l'auto dell'atleta di tennis paralimpico. Fatale il doppio senso di marcia

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MONTESILVANO L'auto sbanda in galleria e tocca il cordolo sulla destra schiantandosi contro un Tir che arriva dalla direzione opposta. Il doppio senso di marcia, per il cantiere nella galleria Castello, lungo l'autostrada A14, all'altezza di Grottammare, è fatale per Andrea Silvestrone. Il campione internazionale di tennis paralimpico, 49 anni, avvocato originario di Ravenna, ma da anni residente a Montesilvano, muore sul colpo. E non c'è scampo neppure per due dei suoi tre figli che viaggiavano sulla Citroen C4 Picasso. Muoiono anche Nicole, di 14 anni, che gli stava accanto, e Brando, di 8 anni, il piccolo della casa, seduto sul sedile posteriore. Il terzo figlio, D., di 12 anni, che era accanto al fratellino, è rimasto ferito ed è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Torrette di Ancona. Ha riportato un trauma cranico e toracico e fratture agli arti. Non ce l'ha fatta neppure la cagnolina Vamos.Stavano andando a Civitanova Marche a casa di parenti. Doveva essere una giornata spensierata e allegra. Si erano portati dietro anche il cane. Nel giro di pochissimi secondi, una famiglia distrutta, una tragedia immane. A piangere papà Andrea, Nicole e Brando e a sperare per il terzo fratellino, la città di Montesilvano e l'intero Abruzzo. Silvestrone era conosciutissimo: per tutti era un campione nello sport e nella vita. Parlando di sé, diceva di essere un «tennista paralimpico, un avvocato, un pianista, figlio, marito, papà di tre piccole meraviglie, vulcanico, imprevedibile e in guerra contro la sclerosi multipla». Andrea era costretto sulla sedia a rotelle, ma non si era mai dato per vinto, collezionando successi in ogni campo e diventando un esempio per i figli, per i quali stravedeva, e per tanti giovani.

LA DINAMICA. Sono da poco passate le 10.30 di ieri. Al chilometro 300, in corrispondenza di un cantiere con lavori in corso, si consuma la tragedia nella galleria a doppio senso di circolazione.A riprendere la scena, attimo per attimo, almeno due telecamere di videosorveglianza. Dai filmati, che hanno poi aiutato la polizia autostradale a ricostruire la dinamica, si vede la Citroen C4 Picasso, su cui Silvestrone e i tre bambini viaggiavano in direzione Nord, urta improvvisamente con la parte anteriore destra un piccolo marciapiede ai margini della carreggiata.Un impatto violento a seguito del quale la vettura finisce sulla corsia opposta, di traverso. Il 49enne prova a controsterzare, ma viene preso in pieno e travolto dal camion che sta sopraggiungendo. Uno schianto terribile, stando anche al racconto del testimone, l'autista del Tir.Silvestrone e i due bambini muoiono sul colpo. L'altro bimbo viene intubato e trasportato in codice rosso all'ospedale. Per consentire le operazioni di soccorso da parte del 118 e dei vigili del fuoco e i rilievi della polizia stradale, il tratto compreso tra San Benedetto del Tronto e Pedaso, in direzione Bologna, resta chiuso fino alle 14 con conseguenze pesanti per il traffico. Si sono formate subito code di chilometriche. Ma in quel punto, costellato da cantieri e con sole due corsie, i mezzi incolonnati non sono una novità.

UN TRATTO MALEDETTO. Così come purtroppo gli incidenti non sono una novità. La notte tra il 14 e il 15 gennaio, all'interno della stessa galleria Castello, si è verificata una tragedia quasi identica. A perdere la vita il 45enne marchigiano, Samuele Cotichini, travolto anche lui da un camion mentre era alla guida della sua auto che ha poi ha preso fuoco. Per accettare la sua identità la polizia autostradale ha dovuto ricostruire la targa della vettura dai frammenti sparsi sulla carreggiata. A metà dicembre, altri due morti, Sergio Mazzagufo, 61 anni di Monteprandone e Marco Cassano, 51 anni di Castelfidardo. Mazzagufo era alla guida di un camion che si è scontrato con un altro mezzo pesante. A provocare lo schianto, un rallentamento per un altro incidente ancora, avvenuto poche centinaia di metri più a Sud. Un tratto considerato maledetto, segnato da una lunga scia di sangue, che ieri ha toccato l'Abruzzo, nel cuore.

VITE SPEZZATE. Nicole, che frequentava la scuola media di Villa Verrocchio così come il fratello D., aveva festeggiato i suoi 14 anni solo pochi giorni fa, il 17 gennaio. «Auguri amore mio immenso, sei e resterai per sempre la mia Principessa», aveva scritto il papà sul suo profilo Facebook. Sotto il post, le foto dei momenti felici insieme. Centinaia, migliaia i messaggi di cordoglio e affetto arrivati alla moglie Barbara e ai parenti da tutta la regione. Silvestrone aveva amici ovunque. Di lui ha sempre impressionato la forza di volontà. «Tutte le disavventure possono essere trasformate in opportunità. Questo il senso della mia esperienza», diceva in un'intervista al Centro due anni fa. «A qualsiasi cosa ti accada, puoi ribellarti. Nel 2006, pensare alle mille cose che non potevo più fare non aveva senso. Così ho scelto di rivolgere il mio pensiero alle tante cose da fare. Mi resta un patrimonio di idee, affetti e amicizia. Lo sport mi permette di diffondere un grande messaggio. Nel tennis sono solo, non c'è una squadra. In campo porto la sfida contro le mie malattie. Sono un esempio per i miei figli che vedono il papà in carrozzina e mi considerano Batman. Lo sport è messaggio di libertà ed è un invito a porsi degli obiettivi». Di lui ci restano queste parole bellissime.

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PESCARA Nel tratto di A14 chiuso per lasciare spazio ai soccorsi il traffico è rimasto bloccato dalle 10,30 fino alle 14 di ieri. Una strage nello stesso punto in cui il 15 gennaio ha perso la vita Samuele Cotichini, di Ascoli Piceno. Autostrade per l'Italia ha diramato un breve comunicato: «A nome della Società e di tutti i colleghi che quotidianamente operano sulla rete, in relazione al tragico incidente avvenuto nel tratto tra Pedaso e San Benedetto del Tronto, esprimiamo profondo cordoglio ai familiari delle vittime e vicinanza alla comunità».Il tratto è interessato da un cantiere con doppio senso di marcia nella galleria della morte. La foto dell'incidente inoltre mette in evidenza la presenza di una canaletta sul ciglio della carreggiata che potrebbe aver giocato un tragico ruolo, seppure sia prevista da una normativa europea sulla sicurezza.La polemica imperversa. Sott'accusa finiscono i lavori che vanno avanti da anni.«A fronte dell'ennesimo tragico indicente mortale sull'A14 nei tratti abruzzese e marchigiano mi sono sentito con il presidente Francesco Acquaroli con il quale abbiamo convenuto di richiedere un ulteriore incontro urgente con Aspi, Autostrade per l'Italia, al fine di provvedere a garantire la massima sicurezza possibile anche rimodulando i cantieri», dichiara il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. «Questa situazione è diventata insostenibile e inaccettabile, sotto tutti i punti di vista possibili, prima di tutto la perdita di vite umane per le quali esprimo profondo dolore e cordoglio. È ora di garantire maggiore sicurezza», aggiunge il governatore che poi fa riferimento anche all'altro grave incidente avvenuto sulla superstrada Avezzano Sora, nei pressi di Sora (vedi nelle pagine successive), dove due fratelli abruzzesi hanno perso la vita: «È ormai tempo da parte di Anas e Ministero di finanziare il progetto della strada a quattro corsie come chiesto dalla Regione e dai Comuni della Valle Roveto per garantire sicurezza agli automobilisti», conclude Marsilio.

05 febbraio 2023 il centro


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