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Data: 14/04/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Ospedale solo Covid: si parte Pescara, il progetto con le schede tecniche e mediche. Giovedì si saprà chi lo realizza

PESCARA Sono undici le imprese invitate dalla Regione. Domani alle 18 si aprono le buste della gara d'appalto. Giovedì mattina verrà proclamato il vincitore e probabilmente nella stessa giornata ci sarà la consegna del cantiere all'impresa che dovrà realizzare il tutto in 60 giorni. Dopo il decreto firmato sabato scorso dal presidente della Regione Marco Marsilio, è tutto pronto per l'inizio dei lavori per la realizzazione dell'ospedale per soli malati Covid a Pescara, nella palazzina rossa ex Ivap di via Rigopiano che per decenni ha ospitato i reparti di maternità e ostetricia. Undici milioni di investimento, 214 posti letto, 40 dei quali in terapia intensiva, su una struttura di sette piani e di settemila metri quadrati. Questi i numeri di un progetto che in Abruzzo segnerà una svolta nella lotta al coronavirus perché impedirà, negli ospedali ordinari, il rischio di contagio tra pazienti affetti da altre patologie e pazienti positivi al coronavirus.Ecco nel dettaglio come sarà l'ospedale Covid di Pescara, il piccolo Spallanzani d'Abruzzo.
PRIMO ATTO DEL PROGETTO. Nell'atto firmato il 7 aprile scorso e inviato alla Regione, il direttore generale della Asl di Pescara, Antonio Caponetti, spiega i motivi per cui si rende necessario realizzare un ospedale solo Covid. «L'attuale epidemia abruzzese ha documentato fino ad oggi 2000 pazienti infetti, dei quali circa 400 pazienti ricoverati in regime sub-intensivo ed oltre 80 in ambito rianimatorio», è la premessa di Caponetti che poi, numeri alla mano, entra nel merito dell'emergenza sanitaria. I punti essenziali sono tre: «La Asl di Pescara ha attivato un piano di trasformazione ed adeguamento temporanei di alcuni reparti dell'ospedale Spirito Santo di Pescara e dell'ospedale San Massimo di Penne in reparti idonei ad assistere pazienti Covid con la creazione di 174 posti letto Covid, di cui 147 presso l'ospedale di Pescara e 27 presso l'ospedale di Penne, di cui 31 sono di terapia intensiva». Misure, queste, che hanno portato «alla riduzione degli spazi assistenziali destinati alla cura di altre patologie» e al «rischio alto di interferenza dei percorsi Covid e no Covid». Da qui la decisione di mettere a disposizione della Regione la palazzina "C" ex Ivap del presidio ospedaliero di Pescara per la realizzazione dell'ospedale Covid.
COM'È LA STRUTTURA. L'edificio è costituito da 7 livelli, di cui 6 fuori terra, per 7mila metri quadrati complessivi. L'intervento riguarderà l'adeguamento di quattro livelli dell'edificio (il 4°, il 5°, il 6° e il 7°) per una superficie totale di 3.904 metri quadrati. Nel dettaglio, il progetto prevede la realizzazione di 214 posti letto destinati a pazienti Covid, 174 per la degenza e 40 per la terapia intensiva. La struttura è adiacente e collegata con il monoblocco principale dell'ospedale Spirito Santo di Pescara, «ma è un edificio completamente separato», scrive Giustino Parruti, direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive, presentando il progetto, «in cui trasferire progressivamente, ampliandole, le attività relative all'epidemia in atto e allo stesso tempo consentire all'ospedale di Pescara di continuare ad erogare in piena sicurezza le attività sanitarie per i pazienti non contagiati dal coronavirus».
QUALI SONO I TEMPI. Il cantiere sarà attivo sette giorni su sette, h24. La realizzazione del progetto avverrà per fasi al fine di rilasciare progressivamente gli spazi realizzati. I primi 36 posti letto di isolamento semplice saranno realizzati al 4° livello (2° piano) e saranno attivati entro 20 giorni dall'avvio dei lavori. Nei successivi 10 giorni saranno attivati 22 posti letto Covid di sub intensiva (58 il totale). Nei successivi 30 giorni saranno poi attivati 58 posti letto al 5° livello (3° piano), per un totale di 116 posti letto Covid attivati nei primi 60 giorni dall'avvio dei lavori. I pazienti contagiati da Covid-19 al momento ricoverati nei reparti del monoblocco dell'ospedale Spirito Santo saranno progressivamente trasferiti nei posti letto realizzati. Il 4°, 5° e 6° livello avranno uguale distribuzione interna degli spazi che consente di attrezzare in ogni piano 58 posti letto Covid. Il 7° livello, invece, sarà destinato ad elevata intensità di cura con la realizzazione della terapia intensiva, a pressione controllata, della sub intensiva e servizi accessori. Tutti i posti letto saranno attrezzati con le più moderne attrezzature.
ECCO I COSTI. Sono stati stanziati 11.124 milioni di euro per realizzare il nuovo ospedale. Di questi, 6.636.800 serviranno per le opere, i lavori e l'impiantistica; 4.488.000 per gli arredi e le attrezzature medicali. Di questi 11 milioni, 7 arrivano dalla Protezione civile nazionale su autorizzazione firmata dal commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri. Altri tre milioni, invece, arrivano dalla Banca d'Italia, come confermato dal governatore Ignazio Visco in una lettera inviata al presidente della Regione Marsilio.
INFINE IL PERSONALE. Come scritto da Parruti nella presentazione del progetto, «è opportuno ribadire che il processo di ampliamento o integrazione descritto per le attività di assistenza all'epidemia da Covid richiede necessariamente, per la sua realizzazione, un piano parallelo per l'incremento del personale sia di area medica che rianimatoria, essendo il personale attualmente in servizio già insufficiente per le attività ordinarie ed ancor più per gli attuali volumi assistenziali raggiunti in regime di emergenza».
QUALI SONO I VANTAGGI. Sempre Parruti segnala i vantaggi che il progetto presenta dal punto di vista organizzativo. «Ci sono degli indubbi vantaggi rispetto ad altre opzioni, localizzate distanti dall'ospedale», spiega l'infettivologo, «potendosi in qualche modo fare "economie di scala" e usufruire di tutti i servizi clinici, tecnici e di supporto del collegato presidio ospedaliero Spirito Santo (radiologia, laboratorio, manutenzioni, pulizie, ristorazione). Tanto per il presente, quanto per il futuro. Infatti», conclude Parruti, «l'opera manterrebbe la propria utilità anche al termine dell'emergenza in atto, in quanto consentirà di separare le patologie infettive dal resto delle altre attività cliniche e libererebbe spazi vitali per il presidio ospedaliero di Pescara, attualmente saturo e sottodimensionato rispetto alle esigenze del territorio».
IL MODELLO SPALLANZANI. Sarà una sorta di Spallanzani di Roma quello che nascerà in Abruzzo. Una struttura che consentirà la separazione tra malati affetti dal Covid-19 e malati "ordinari", per evitare focolai interni agli ospedali e il contagio di pazienti già affetti da altre patologie.«In particolare, l'area Covid dell'ospedale di Pescara», scrive ancora Parruti nella sua relazione, «dovrà essere capace di fornire all'ospedale di riferimento regionale di Pescara un elevato grado di adeguatezza strutturale nella gestione della fase di declino dell'attuale epidemia e di adeguata sorveglianza epidemiologica e clinica delle potenziali reintroduzioni del contagio, con capacità di immediato contenimento degli eventuali casi sporadici di Covid-19 via via emergenti, tanto in area medica, che chirurgica».

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