Si sentono in pericolo e raccontano quanto sia difficile far rispettare le regole anti-contagio coronavirus sugli autobus. Gli autisti Amat alzano la voce dopo l'ennesima aggressione a un collega, stavolta in epoca di coronavirus. L'unica colpa del conducente: avere chiesto a un viaggiatore di scendere perché era stato superato il numero previsto per viaggiare a una distanza di sicurezza tra un passeggero e un altro. Risultato: un pugno in faccia.

"L'aggressione subita dal collega in servizio ieri sulla linea 102 è l'ennesima conferma di quanto sia difficile, oltre che pericoloso, per ogni singolo autista far rispettare le norme anti Covid a bordo degli autobus". Lo affermano in una nota congiunta Franco Mineo (Filt Cgil), Salvatore Girgenti (Fit Cisl), Franco Trupia (Uiltrasporti), Carlo Cataldi (Cobas Trasporti), Corrado Di Maria (Ugl), Fabio Danesvalle (Faisa Cisal) e Giuseppe Taormina (Orsa Trasporti), che esprimono la loro vicinanza all'autista aggredito. I sindacati sono scesi in campo al fianco degli autisti che sono spesso il bersaglio dei violenti. Ieri sera l'autista della linea 102 per aver chiesto di rispettare le regole ha ricevuto un pugno in faccia.
E adesso, la stagione balneare alle porte, seppur ridotta, mette in ansia i conducenti Amat. "Gli sforzi sinora fatti dall'Amat non sono sufficienti - sottolineano i sindacalisti - bisogna fare di più. Il Comune, l'azienda e le forze dell'ordine offrano maggiore tutela ai lavoratori impegnati giornalmente in trincea nel trasporto pubblico urbano. Auspichiamo perciò che le misure di sicurezza vengano incrementate in vista della stagione balneare che, seppur con varie limitazioni, porterà un numero sempre più alto di utenti ad usare i bus per raggiungere le borgate marinare".