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Data: 27/04/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Piano regolatore degli orari per far ripartire Teramo. Il Comune si muove: il primo passo sarà sapere in quanti vanno a lavorare con l'autobus- Ai pubblici esercizi verrà permesso di occupare il massimo possibile dello spazio esterno

TERAMO «Dal 4 maggio dovrà cambiare il modo di utilizzare la città, adottando modi e tempi opportuni, e infatti stiamo iniziando una procedura che ci porterà alla redazione del piano regolatore dei tempi e degli orari, che sarà valido non solo per la fase emergenziale ma anche per quella ordinaria». Parole e musica dell'assessore comunale alla mobilità Maurizio Verna, il quale fa capire come l'amministrazione D'Alberto abbia appena avviato un percorso che dovrà avere un esito il più possibile rapido ma che non sarà semplice, soprattutto perché per l'ente si tratterà di mediare e fare sintesi tra le disposizioni governative e i portatori d'interesse cittadini. Di sicuro c'è che i piani territoriali dei tempi e degli orari sono previsti da una legge nazionale del 2000 e una regionale del 2005. Teramo, come tanti altri Comuni italiani, non ha mai neanche avviato l'iter del proprio. Ma l'emergenza coronavirus lo costringe a farlo.Verna continua: «Stiamo preparando una comunicazione da inviare a tutti gli enti territoriali di questa città per avere informazioni oggettive su cui fare dei ragionamenti. In particolare: chi è il fruitore del trasporto pubblico a Teramo? Al netto degli studenti, che potranno essere un 30 per cento, gli altri chi sono? Baltour ci sta fornendo dei dati sulla quantità dei viaggiatori in base a linee e orari, ma a noi interessa sapere: in quali enti o attività vanno a lavorare? Saputo questo, possiamo prevedere un piano che preveda uno sfalsamento degli orari per evitare i picchi di occupazione dei bus e spalmare il più possibile, nell'orario tra le 7.30 e le 19, l'utilizzo dei mezzi pubblici. Intanto dal 4 maggio un Dpcm ci dirà, ad esempio: sui bus ci stanno al massimo 15 persone. Di conseguenza dovremo aumentare il numero dei bus in certi orari e/o spalmare gli utenti su più ore. Ma più a lungo termine l'obiettivo sarà cercare di far andare quanta più gente possibile in bicicletta».Non sarà solo il trasporto pubblico a doversi adattare al post-Covid. Verna conferma: «Abbiamo quattro mesi per programmare anche il da farsi con le scuole, ma dobbiamo prima capire dal governo quanti studenti ci possono stare nelle classi e se saranno necessari dei turni pomeridiani». E i pubblici esercizi? Come si farà a conciliare il distanziamento sociale con aperitivi, pasti mordi e fuggi, movida serale? «Per le attività», dice Verna, «sicuramente faremo in modo da utilizzare lo spazio esterno il più possibile. L'occupazione del suolo pubblico già non la pagano perché siamo nel cratere sismico, oggi abbiamo un regolamento che stabilisce l'utilizzo massimo del suolo e dovremo certamente attivarlo. Potremo ragionare anche se limitare il traffico su strade sulle quali insistono degli esercizi. Via Capuani potrebbe essere l'esempio giusto per sperimentare la vittoria del tavolino sulla macchina. Ma, in ogni caso», conclude l'assessore, «aspettiamo le disposizioni del governo sul distanziamento. Poi dovremo essere bravi


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