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Data: 17/05/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Ruolo delle Regioni da rivedere: parte la sfida con i governatori. Sono Lombardia, Molise e Umbria le tre vigilate speciali del ministero

 

Sono Lombardia, Molise e Umbria le tre vigilate speciali del ministero

ROMA La spia che segnala un livello di allarme moderato si è accesa per la Lombardia: non solo perché l'aumento dei casi positivi non si arresta e, anzi, ieri ha avuto un'impennata rispetto al giorno precedente, ma perché c'è il timore di un «sovraccarico dei sistemi sanitari», sia pure in una situazione di riduzione dell'occupazione dei posti letto. Ma la valutazione del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità, redatta sulla base dei 21 indicatori che servono a vigilare, settimanalmente, sull'andamento dell'epidemia regione per regione, aggiunge nel report: in Lombardia «rimane elevato il numero di nuovi casi segnalati ogni settimana seppur in diminuzione». Per tutti questi motivi, nelle «pagelle» diffuse ieri la Lombardia è una delle tre regioni con il livello moderato di attenzione, che diventa moderato-alto proprio per la parte legata all'impatto sui servizi assistenziali.
SCENARI A sorpresa, le altre due regioni per le quali si è accesa la spia, sono Molise e Umbria. Come è possibile visto che sono due dei territori italiani con meno casi positivi? Si legge nella valutazione di Iss e Ministero della Salute, a proposito del Molise: «La classificazione settimanale è passata da bassa a moderata (probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali) per un nuovo focolaio di trasmissione, attualmente in fase di controllo, che ha prodotto un aumento nel numero i casi nella scorsa settimana. Questo si potrà riflettere in un aumento nella stima di Rt nelle prossime settimane». L'Rt è l'indice di trasmissione del virus e il Molise paga un improvviso aumento di casi legati alla partecipazione di un gruppo di persone, al cui interno c'era un positivo, a un funerale di un cittadino rom a Campobasso. Negli ultimi giorni, comunque, il numero dei nuovi casi è tornato a essere molto basso e questo fa pensare che il focolaio sia stato circoscritto, anche se ha avuto una propagazione nel vicino Abruzzo, a Vasto, dove sono risultate positive 14 persone che avevano partecipato al funerale di Campobasso. E l'Umbria che ieri ha registrato 0 casi? Paga l'indicazione proprio dell'Rt, un valore che misura quante persone vengono contagiate da un infetto in un determinato periodo di tempo: in questa fase dell'epidemia penalizza paradossalmente le regioni con meno positivi. Deve restare sotto l'1, ma secondo la relazione della cabina di regia di Ministero della Salute e Iss, l'Umbria è a 1,23. Per questo scrivono i tecnici: «La classificazione settimanale è passata da bassa a moderata (probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali) per un aumento nel numero di casi ed un Rt maggiore di 1, seppur in un contesto ancora con una ridotta numerosità di casi segnalati e che pertanto non desta una particolare allerta». Più in generale si legge nel report: «È necessario un rapido rafforzamento dei servizi territoriali per la prevenzione e la risposta a Covid-19, per fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche durante la fase di transizione». In 18 Regioni si rileva una «bassa probabilità di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali». Fra queste, ci sono 10 Regioni «con un'incidenza settimanale bassa e intermedia-bassa, in cui il lockdown ha impedito il diffondersi dell'infezione; 8 ad incidenza alta e intermedia-alta, con una situazione complessa ma controllata». In 6 Regioni si segnala «una situazione epidemiologica in evoluzione e fluida per la presenza di focolai di trasmissione da monitorare con attenzione». Sono: Umbria, Piemonte, Toscana, Liguria, Emilia-Romagna e Puglia.
Torniamo all'indice di trasmissione. C'è un'altra ragione che ridimensiona le preoccupazioni per l'Umbria: nel calcolo dell'Rt, quando ci sono pochi casi, c'è anche un ampio margine di errore, e infatti l'indicatore oscilla tra 0,65 e 1,79. Tra le altre regioni, ha un Rt alto il Friuli-Venezia Giulia (0,86). Molto bene la Sardegna (0,24) e la Basilicata 0,27. In zona sicurezza il Veneto (0,41), la Campania (0,58) e il Lazio (0,74). Nella tabella finale sono anche inserite le valutazione dell'incidenza settimanale di nuovi casi ogni 100mila abitanti: il Lazio ha una valutazione buona (intermedia-bassa), la Campania migliore (bassa), senza preoccupazioni anche il Veneto (intermedia-alta). Le Marche hanno un Rt basso (0,55) e una valutazione intermedia-alta sui nuovi casi (la stessa dell'Abruzzo, che ha l'Rt a 0,45). La valutazione alta, quindi non buona, sul numero di casi settimanali riguarda solo Liguria (che però ha Rt sotto 0,50), Lombardia, Molise, Piemonte, Trento. Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità: «Grazie alle misure di lockdown, oggi la circolazione del virus è molto contenuta in gran parte del Paese. Rimangono focolai importanti in alcune zone dove è importante mantenere alta l'attenzione. Ci sono focolai diffusi in tutto il Paese, ma i segnali mostrano che c'è una capacità di controllarli».

17 maggio 2020 il messaggero

 

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