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Data: 05/01/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Trasporti, il giudice nega all'azienda Tua credito di tre milioni. La società abruzzese reclamava la somma dopo il fallimento della ditta Sistema che curava la vendita dei titoli di viaggio.

PESCARA Un credito da oltre 3 milioni di euro non riconosciuto dal tribunale di Chieti rischia di mettere nei guai la Tua, la Società unica abruzzese di trasporto, che ha la sua sede sociale a Chieti.Tutto nasce dal fallimento della società Sistema, una controllata dalla Tua, che aveva un contratto di affidamento dei servizi di vendita e distribuzione dei titoli di viaggio Arpa (poi acquisita dalla stessa Tua). Con un ricorso del 30 giugno del 2020, la Tua notificava al Fallimento Sistema, domanda di ammissione allo stato passivo per un presunto credito di 3 milioni e 140mila euro, motivata dal mancato versamento di tale somma da parte della Sistema a Tua. La società di trasporti abruzzese depositava un contratto di servicing ripassato tra le parti e una autocertificazione dei crediti per dimostrare la validità della sua richiesta.Il curatore del fallimento, Alessandro Elisio, rilevava invece l'insufficienza e inattendibilità della documentazione a supporto del credito e ne proponeva l'esclusione. Cosa che puntualmente il tribunale teatino dispose. Ma la Tua tornò alla carica con una formale opposizione, per riproporre la legittimità della sua richiesta, alla quale la Sistema, assistita dall'avvocato Guglielmo Flacco, rispose con una dettagliata memoria con la quale metteva in evidenza le carenze della domanda di Tua, contestando, fra le altre cose, la legittima esclusione del credito dallo stato passivo del fallimento come disposto dal giudice e, soprattutto, la correttezza dell'operato del curatore, "bocciando" il documento con il quale Tua si auto dichiarava creditrice e, dunque sottolineando l'infondatezza dell'opposizione per la mancanza della prova dell'esistenza del credito.Stando a quanto scrisse l'avvocato Flacco, la Tua non aveva dato dimostrazione dell'origine del credito né tantomeno specificato a quale periodo del rapporto contrattuale intercorso tra le parti si riferisse, non dando quindi la possibilità al curatore di reperire eventuali riscontri contabili. Insomma, secondo il legale della Sistema, appariva certamente arduo, se non paradossale, poter ritenere esistente un credito di una società soltanto sulla base di un'autocertificazione a firma della stessa società creditrice. Questione contestata dal legale della Tua, l'avvocato Stefano Ilari. Ma alla fine le argomentazioni della ex controllata di Tua sono risultate giuridicamente valide tanto che il presidente del collegio, Guido Campli, ha ritenuto di «condividere l'eccezione di assenza di prova del credito atteso che la prova grava sul creditore», rigettando l'opposizione di Tua. Ma al di là di questo pur importante passaggio tecnico, quello che fa riflettere e apre a scenari forse più importanti per la Tua, è che quel presunto credito non riconosciuto di ben tre milioni di euro, potrebbe mettere in discussione anche il bilancio della società abruzzese di trasporto che probabilmente quel credito aveva inserito fra i documenti contabili: non solo, ma potrebbe avere dei risvolti anche sul versante della giustizia contabile.La Corte dei Conti, attesa la partecipazione pubblica di Tua, potrebbe anche voler approfondire la questione alla ricerca di eventuali responsabilità di chi ha gestito le casse di Tua.

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