Data: 09/04/2025
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Treno veloce, la trivella avvia il cantiere che vale 1 miliardo
CHIETI Niente forbici e nastro tricolore, ma una trivella che scava e traccia uno spartiacque tra il prima e il dopo. Alle 12.15 di ieri il primo cantiere del treno veloce da Pescara a Roma si è messo in movimento. È solo il primo passo «ma l'Abruzzo del futuro è in corso», dice dal palco Aldo Isi, amministratore delegato di Rfi. «Lo Stato torna ad investire nella nostra regione», rimarca il governatore, Marco Marsilio. «In due ore si arriverà a Roma», afferma Vincenzo Macello, commissario straordinario di governo per il potenziamento della ferrovia. «Massima disponibilità per il territorio», rassicura Vincenzo Onorato, Ad del consorzio di imprese che hanno vinto l'appalto dei primi due lotti, Interporto-Manoppello-Scafa. CIak si gira. C'era una volta in Abruzzo. Il finale della cerimonia rievoca un film di Sergio Leone quando, sullo schermo dietro il palco, compaiono le immagini. I quattro, all'unisono, schiacciano il pulsante rosso e parte l'ululato di una sirena che dà il via alla trivella e copre le voci al megafono del Comitato di cittadini Comferr e dei politici di opposizione che manifestano a trecento metri di distanza. L'evento e il contro evento vanno in scena alla stessa ora, le 11.30 di ieri, separati da un cordone di polizia e carabinieri. «Qui si fa la storia», dicono da una parte. Mentre dall'altra monta la protesta. Il prima e il dopo si incontrano a Brecciarola di Chieti, quasi al confine con Manoppello Scalo. Il prima è una ferrovia risorgimentale e monorotaia che ha compiuto 150 anni. Il dopo è un raddoppio di rotaie che avvicina l'Abruzzo alla Capitale. «Difendono l'indifendibile», esclama Marsilio dal palcoscenico attaccando i «fomentatori di professione in crisi di ruolo». Mentre, dal fronte opposto, il leader del Patto per l'Abruzzo, Luciano D'Amico, e il deputato pescarese di Pd, Luciano D'Alfonso, appoggiano la rivolta dei cittadini di Manoppello Scalo e Brecciarola. «Se qui fuori ci sono 500 persone a protestare, nel resto d'Abruzzo ce ne sono 500mila che hanno bisogno del treno», tuona il governatore dal pulpito. E la platea gremita da sindaci, vertici di polizia e carabinieri, dirigenti di imprese e assessori, accenna solo l'applauso. SINDACI PRESENTI (E ASSENTI). Il cantiere è enorme. Un telo bianco lo copre interamente. In cielo volano un drone di Rfi e una poiana, che si inseguono piroettando. Da questo punto partono i lavori dei primi tredici chilometri di nuova linea ferroviaria che costa 559 milioni di euro di lavori saliti a un miliardo con le spese degli espropri, calcolati sul prezzo di mercato degli immobili da abbattere maggiorato del 15%, e opere urbane per ristorare i Comuni.I primi due lotti, su un totale di otto, sono solo l'inizio di un lungo percorso del quale è difficile, per ora, prevedere la fine. Dieci anni o forse di più. Lo stesso Marsilio dice che non è possibile fare previsioni. «Il futuro però è in corso», rimarca dal palco Isi rivolto alla platea, assiepata sotto un tendone bianco dove, davanti a tutti siedono, prima di salire sul palco per la foto ricordo, i sindaci di Manoppello (Giorgio De Luca), San Giovanni Teatino (Giorgio Di Clemente), Alanno (Oscar Pezzi), Rosciano (Simone Palozzo), Scafa (Giordano Fiore). Felici e raggianti. «A metà maggio 2025 ci sarà la Conferenza dei servizi per il lotto zero Pescara-San Giovanni Teatino-Chieti. Ci siamo!», afferma soddisfatto Di Clemente mentre scherza con Macello. È assente il sindaco di Pescara, Carlo Masci (per motivi rimasti semisconosciuti). Ed è presente il primo cittadino di Chieti, Diego Ferrara, che però gioca la sua partita politica dalla parte del fronte opposto. Quello dei manifestanti.LA PRIMA DATA CERTA. Maggio 2027. Entro questa data i primi due lotti dovranno essere terminati.Il secondo step sarà la Pescara-San Giovanni Teatino-Chieti, che diventerà anche metropolitana leggera. Inoltre, entro fine anno, partirà il dibattito pubblico per la tratta Roma-Mandela, il cui miglioramento è indispensabile per recuperare oltre 30 minuti nella percorrenza complessiva della Roma-Pescara. «Ma il Morrone non sarà perforato, è una fake», precisa il commissario Macello che interviene subito dopo l'ad Onorato. POSTI DI LAVORO. «Sono progetti importanti, impattano sul territorio, soprattutto quelli in affiancamento», esordisce Vincenzo Onorato, amministratore delegato di Eteria, il raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicato i primi due lotti e punta a vincere anche la gara del lotto zero che unirà Pescara-Chieti e l'Interporto di Manoppello.Onorato tende la mano al territorio anche in termini di posti di lavoro. «Vogliamo rassicurare le istituzioni e dare la nostra massima disponibilità a un'interlocuzione tutte le volte che sia necessaria, profondendo ogni sforzo per minimizzare, per quanto possibile, le interferenze col territorio e garantire al massimo le ricadute in termini di posti di lavoro, privilegiando nelle assunzioni di maestranze, personale o imprese locali per i subappalti».Chiude Marsilio, che parla più di tutti gli altri perché ha da lanciare strali contro il fronte politico del no. «Che difende l'indifendibile», è composto da «fomentatori di professione» e sta «manifestando in modo così sgangherato». Ma non fa alcun nome.PENALIZZATI PER 150 ANNI. «Lo Stato torna ad investire in Abruzzo. E lo fa portando sul territorio risorse per un miliardo di euro che porterà benefici anche a chi sta protestando. Perché crea benessere e ricchezza», dice il governatore, che nel suo discorso si infervora quando rievoca l'epopea del Far West.Marco Marsilio parla dell'apertura di un cantiere «che guarda al futuro e che apre la strada ad una nuova stagione di sviluppo per i cittadini e le imprese di una regione troppo spesso mortificata dalle scelte di comodo di una classe dirigente che non ha mai voluto scegliere. Noi», aggiunge, «l'abbiamo fatto nel lontano 2020, poco prima che l'Italia chiudesse per il Covid sottoscrivendo un accordo vero con il ministro dei Trasporti di allora, Paola De Micheli, e con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Da allora siamo andati avanti con convinzione nella certezza che solo un progetto, approvato e finanziato nella sua totalità, possa portare al compimento di un'opera importante».Prosegue: «Ci vorranno tanti anni, di duri lavori, sacrifici, impegno sul territorio, finanziamenti importanti, ma ce la faremo. Non vedo l'ora di vedere i pezzi di binario che finalmente affiancano la monorotaia del trenino Lima». E conclude: «La vera forza di questo progetto è che mette mano a un'ossatura ferroviaria di 150 anni fa, che non è mai stata ammodernata né ristrutturata, disegnando una svolta epocale che porterà l'Abruzzo ad avvicinarsi a Roma ma soprattutto ad entrare nelle grandi direttrici dei programmi di mobilità europei».Sono le 12,15. I quattro schiacciano il tasto rosso, parte la sirena e sullo schermo compare la trivella che comincia a scavare. Manca solo una cosa. La colonna sonora scritta da Morricone. |
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