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Data: 30/03/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO

Zone rosse vulnerabili: scattano le contromisure. Aumentano i contagi (160 in un giorno) e i decessi. La Regione ordina nuovi divieti. Gli esperti: necessari più tamponi dove c'è una maggiore densità di casi positivi

PESCARA Le zone rosse sono ancora estremamente vulnerabili, come emerge dall'analisi dei nuovi dati suoi contagi, e la Regione Abruzzo le blinda ulteriormente, affidando, di fatto, ai sindaci un ruolo di vigilanza non solo in ingresso ma anche e soprattutto in uscita. È una corsa contro il tempo per limitare la diffusione del virus sul territorio.Con 160 nuovi pazienti positivi al Covid-19, salgono a 1.293 i casi accertati in Abruzzo. Aumentano ulteriormente i decessi: dodici i più recenti, per un totale di 88. Si tratta, sia per numero di vittime che per nuovi casi, del più consistente incremento registrato in un solo giorno dall'inizio dell'emergenza.

NUOVI CASI. Dei 160 nuovi casi emersi dalle analisi eseguite nelle ultime ore nel laboratorio della Asl di Pescara, centro di riferimento regionale, anche attraverso l'Istituto Zooprofilattico di Teramo, tredici fanno riferimento alla Asl Avezzano Sulmona L'Aquila, 37 alla Asl Lanciano Vasto Chieti, 64 alla Asl di Pescara e 46 alla Asl di Teramo.

GRAVE 23ENNE. Del totale dei pazienti, 68 sono ricoverati in rianimazione e 329 in ospedale in terapia non intensiva, mentre gli altri 772 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. Tra quelli intubati c'è anche un 23enne: è il più giovane tra i pazienti abruzzesi in rianimazione. Il ragazzo, di Pescara, è arrivato in ospedale con una grave insufficienza respiratoria e presenta un quadro critico di polmonite. Nell'ambito dei trasferimenti disposti dalla Asl di Pescara per creare nuovi posti letto, il giovane è stato trasferito all'ospedale di Sulmona.

LE VITTIME. Giornata pesante anche dal punto di vista dei decessi, che salgono a quota 88. Dodici i più recenti, secondo il bollettino ufficiale della Regione: un 82enne di Lanciano; un 69enne di Pineto; un 50enne, un 61enne e un 89enne di Castiglione Messer Raimondo; un 77enne di Bellante; un 64enne e un 71enne di Pescara; un 63enne e un 64enne di Penne; una 82enne di Balsorano; un 71enne di Archi.

4 MORTI A CASTIGLIONE. A Castiglione Messer Raimondo, paese martoriato dall'emergenza coronavirus, si registrano quattro morti in un giorno, con il totale delle vittime che sale a 12. Ai tre decessi comunicati dalla Regione, infatti, si aggiunge anche quello di una 84enne. I casi di persone contagiate in paese salgono a 56, su una popolazione di poco più di duemila abitanti. Dalla sua abitazione, dove è in isolamento dopo essere risultato a sua volta positivo, il sindaco, Vincenzo D'Ercole, 30 anni, si sfoga: «A Vo', in Veneto, hanno fatto i tamponi a tutti i cittadini. Adesso basta. Non ho capito cosa stanno aspettando qui. Bisogna fare i test a tutta la popolazione. La mia non è una polemica, ma un grido disperato. La situazione è tragica». Il primo cittadino, uno dei più giovani d'Abruzzo, sottolinea che «abbiamo avuto anche altri decessi di cittadini con influenza a cui non è stato fatto il tampone» e che «il timore è che i casi positivi siano molti di più di quelli accertati».

ZONA ROSSA. Il paese è inserito nella zona rossa istituita dalla Regione. E proprio sui centri della zona rossa, analizzando gli ultimi dati, si concentra l'attenzione degli esperti in queste ore. I contagi, infatti, non si fermano e i morti aumentano. «La zona rossa», spiega il responsabile regionale delle maxi emergenze, Alberto Albani, «è stata istituita proprio perché in quelle località c'è un focolaio, con l'obiettivo di impedire che il virus si diffonda all'esterno. Lo scopo delle misure più rigide è proprio quello di evitare metastasi in altre aree. In quelle zone, però, il virus ha circolato e oggi leggiamo i dati relativi a contagi di giorni fa, precedenti alle restrizioni». Sui tanti decessi, Albani sottolinea che «trattandosi di aree interne, la popolazione anziana è molto elevata, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista clinico». Le zone rosse, prosegue e approfondisce il direttore delle Malattie infettive di Pescara, Giustino Parruti, della task force della Regione, «sono fondamentali perché non devono travasare nuovi focolai. Servono ad evitare ulteriori esportazioni anche locoregionali».

PIÙ TAMPONI. «Il laboratorio di Chieti è operativo, lo Zooprofilattico lavora a pieno regime, Pescara si sta potenziando ulteriormente: ci stiamo attrezzando per fare molti più test», afferma l'infettivologo, annunciando che «la grande strategia» dei prossimi giorni sarà la «riorganizzazione dei servizi territoriali». «Fondamentali», in tal senso, le Usca, cioè le Unità speciali di continuità assistenziale, che dovranno occuparsi dei pazienti Covid-19 presenti sul territorio. Parruti parla di una «grande sfida» e sottolinea che «bisogna dare il tempo al distanziamento sociale» di funzionare e ai «nidi inevitabili», come, appunto, le zone rosse, di «fare il loro corso, cercando di frenare il più possibile il contagio». Sarà determinante anche in quest'ottica il personale che le quattro Asl stanno reclutando. Si cercano decine di persone, tra medici, infermieri e operatori: i bandi stanno per essere chiusi.

LA FATER. Per far fronte alla grave carenza di mascherine scende in campo la Fater di Pescara - azienda conosciuta per i prodotti assorbenti per la persona - che ha appositamente riconvertito le proprie linee produttive. Si inizia con 250mila pezzi, per arrivare a 400mila e poi implementare ulteriormente la produzione. E il primo lotto settimanale di mascherine andrà all'Abruzzo. Questa è la novuità. «Ringrazio il commissario Arcuri e il ministro Speranza per aver risposto positivamente alla mia richiesta di destinarle alla Regione Abruzzo, territorio dove l'azienda risiede e produce», dice il governatore Marco Marsilio, ricordando che l'azienda ha deciso di donare il primo lotto alla Protezione civile e di destinare alla stessa la restante produzione, affinché rifornisca le Regioni, vendendo le mascherine a prezzo di costo. «Fater rinuncia a ogni guadagno, è un gesto che ci commuove e che non dimenticheremo mai», conclude il presidente, annunciando che «alla fine della prossima settimana avremo un quantitativo di mascherine sufficiente a garantire per quasi due settimane il fabbisogno dei nostri operatori sanitari».


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