TORTORETO Due condanne per frode nelle pubbliche forniture e tre assoluzioni: è l'epilogo processuale del dibattimento di primo grado per l'inchiesta sull'appalto scuolabus Fratarcangeli di Tortoreto per fatti risalenti negli anni compresi tra il 2015 e il 2017. Dopo una lunga indagine e un'altrettanta lunga istruttoria dibattimentale passata da un giudice all'altro successivamente al rinvio a giudizio del 2018, ieri il tribunale di Teramo in composizione collegiale (collegio presieduto da Claudia Di Valerio, a latere Emanuele Ursini e Martina Pollera) ha condannato a un anno ciascuno l'amministratore della società di Frosinone Giovanni Fratarcangeli e l'allora referente locale della società Giacomino Di Giacomo. Il pm Davide Rosati aveva chiesto una condanna a un anno e 8 mesi per il primo e a un anno e sei mesi per il secondo. I giudici hanno assolto gli altri amministratori della società Vincenzina Cocco e il marito Angelo Fratarcangeli (genitori di Giovanni) per non aver commesso il fatto e hanno assolto l'ex dirigente comunale Pasqualina Clementoni, attualmente in pensione e all'epoca dei fatti responsabile del settore scolastico, perché il fatto non costituisce reato. L'indagine, all'epoca portata avanti dagli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Teramo e da quelli della sezione di polizia giudiziaria della polstrada di Teramo, ha riguardato presunte irregolarità contrattuali nella manutenzione e nel rispetto delle norme di sicurezza dei mezzi che all'epoca, in più occasioni, vennero fermati in strada. Le accuse mosse inizialmente erano diverse: per gli amministratori della società la frode nelle pubbliche forniture, la falsità materiale commessa dal privato e l'uso di atto falso; per l'ex dirigente comunale l'omissione d'atti d'ufficio.I fatti contestati dalla Procura si riferiscono a un periodo compreso tra il 2015 e il 2017, quindi abbracciano un arco di tempo in cui c'è stata anche una gestione commissariale dell'ente. L'appalto scuolabus alla ditta Fratarcangeli a Tortoreto all'epoca delle indagini aveva rappresentato il terzo filone di una maxi inchiesta che in quegli anni aveva riguardato anche Teramo e Silvi. Nel corso della lunga istruttoria dibattimentale sono stati sentiti decine di testi citati sia dalla Pubblica accusa sia dalle difese. È Ipotizzabile che le difese dei condannati, dopo la pubblicazione delle motivazioni annunciate tra novanta giorni, facciano ricorso in appello.