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Data: 15/11/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Crisi dell'Ama, Palumbo attacca il Comune Il capogruppo Pd: «Sono solo i lavoratori a pagare mentre resta bloccata la fusione con Tua»

L'AQUILA «È più importante salvaguardare l'erogazione per mano pubblica di un servizio pubblico o gli stipendi di chi quel servizio lo eroga? È un quesito che una buona amministrazione non dovrebbe trovarsi mai nella condizione di porsi».Lo afferma il capogruppo del Pd in Comune Stefano Palumbo, il quale fa anche delle domande. «Purtroppo», aggiunge, «è esattamente questo l'epilogo a cui volge la vicenda dell'Azienda per la mobilità aquilana, con i suoi 137 lavoratori messi di fronte al bivio di subire la decurtazione di una quota importante della propria busta paga in cambio del mantenimento di un contratto pubblico o, in alternativa, la privatizzazione dell'azienda. Il vero interrogativo è su come e perché si sia arrivati a questo bivio quando fino allo scorso anno la strada tracciata era tutt'altra. Fu proprio Biondi, infatti, ad annunciare la sottoscrizione di un cronoprogramma con la Regione in base al quale entro il 30 giugno 2018 sarebbe avvenuta la fusione tra le aziende Ama e Tua. Questa soluzione, caldeggiata anche dai lavoratori attraverso un referendum interno e necessaria a seguito del taglio attuato nel 2016 dalla Regione di ben 900mila euro, avrebbe garantito tanto i livelli occupazionali quanto quelli salariali ed evitato l'esborso di importanti risorse dal bilancio comunale per salvare l'azienda, somme che sarebbe stato possibile investire altrove. Per volontà di chi e per quali ragioni è bloccata la fusione tra Ama e Tua? Non fu a quello scopo che il consiglio comunale decise di estendere a 10 anni l'affidamento in house del trasporto pubblico locale all'Ama? A fronte del fallimento che il percorso intrapreso dall'amministrazione Biondi ha prodotto, avrebbe senso riprendere il discorso della fusione tra le due aziende, considerando sa presenza di vertici aquilani alla guida di Tua?. È possibile far valere la presenza di ben 4 rappresentanti aquilani all'interno dell'Ente regionale al fine di ottenere per il territorio aquilano lo stesso trattamento che sul trasporto la Regione garantisce in altri territori?». «La situazione è drammatica», conclude, «ma non è accettabile che a sorreggerne il peso siano soltanto i lavoratori e i cittadini aquilani quando la Regione avrebbe gli strumenti per farsi carico della soluzione del problema. Sembra che a mancare sia solo la volontà politica».

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