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Data: 18/02/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Funivia da fermare: colpo di scena Comune in tribunale, chiede i danni

La sostituzione dei cavi e il lungo stop all'impianto innescano uno scontro con l'agenzia governativa
«Prescrizione immotivata, determina un gravissimo e ingiustificato onere per l'amministrazione»


L'AQUILA Sulla funivia del Gran Sasso il Comune tira dritto. Dopo aver chiesto all'Ansfisa, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, di annullare il provvedimento sulla sostituzione delle funi portanti, arriva l'annuncio che la prescrizione sarà impugnata in tribunale. Si profila dunque un braccio di ferro, in vista del prossimo primo maggio, quando l'impianto, in base alle disposizioni ministeriali, dovrebbe fermarsi per l'avvio dell'intervento. L'amministrazione comunale è pronta anche a chiedere il risarcimento dei danni subiti.ARRIVA IL RICORSOLo scorso 23 gennaio il sindaco Pierluigi Biondi e il dirigente del settore Avvocatura dell'ente, Domenico De Nardis, hanno inviato un'istanza ai vertici dell'Ansfisa e al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, in cui veniva evidenziato come il nulla osta tecnico rilasciato l'11 gennaio per la riapertura al pubblico della funivia - dopo lo stop imposto in seguito ad un esposto - fosse "contraddittorio". L'istanza era finalizzata all'annullamento e al ritiro, in autotutela, della specifica disposizione relativa alla sostituzione delle quattro funi portanti. L'azione legale è stata decisa dalla giunta comunale. «La suddetta prescrizione determina, senza alcuna motivazione e, anzi, in contrasto con le verifiche e i controlli svolti e con le ulteriori prescrizioni dettate per l'esercizio della funivia dalla medesima Agenzia», si legge nella delibera approvata dall'esecutivo, «un gravissimo ed ingiustificato onere per l'amministrazione comunale, che viene chiamata a sostituire le quattro funi portanti della funivia in anticipo di quasi cinque anni rispetto ai cicli manutentivi imposti dalla normativa tecnica». Nel documento, oltre all'annullamento del provvedimento, si imposta anche l'azione legale per richiedere «il risarcimento dei danni provocati dall'azione dell'Ansfisa e dei suoi funzionari».LA SOSTITUZIONE DELLE FUNIA partire dal primo maggio 2024 l'esercizio dell'impianto dovrebbe essere sospeso e secondo l'Ansfisa, la successiva riapertura potrà essere autorizzata solo dopo la sostituzione delle funi portanti. L'Agenzia ha di fatto disposto l'anticipazione dei lavori che erano stati programmati per il 2028. Si tratta di quattro funi da 57 millimetri di diametro, che devono essere ordinate a ditte specializzate. Tra l'arrivo e il montaggio, sono stati ipotizzati 8 mesi di lavori. L'ostacolo maggiore è dove reperire i circa 3 milioni di euro necessari.L'ISPEZIONE A SORPRESAOltre all'elenco delle prescrizioni da osservare (come la riduzione della velocità e della portata massima dell'impianto) nel nulla osta si fa riferimento allo svolgimento di «ispezioni e verifiche, anche senza preavviso, per verificare i corretti adempimenti delle misure e il mantenimento delle condizioni di sicurezza». Il primo controllo a sorpresa è avvenuto lo scorso 21 gennaio, quando i tecnici dell'Ansfisa non hanno rilevato alcuna irregolarità.LA VICENDA DELL'ESPOSTOTutto è partito in seguito all'esposto inviato a prefettura e questura da un privato cittadino, che ipotizzava criticità a una delle funi, che sarebbero emerse durante l'intervento di revisione della funivia. Il Mise ha quindi disposto lo stop dell'impianto, che era già fermo dall'11 settembre, e sono stati effettuati ulteriori collaudi, che ne hanno certificato la sicurezza. Una vicenda complessa, che rischia di penalizzare il turismo montano, per la quale da più parti viene invocato un consiglio comunale straordinario.


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