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Data: 27/02/2024
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Il Consiglio di Stato al Mit: «Chiarimenti su viale Marconi»

«AMPIA SODDISFAZIONE» DICHIARA L'AVVOCATO MATTEO DI TONNO COSTANTINI: «SI SPIEGA IL DIETROFRONT DEL SINDACO»


27 febbraio 2024 Il Messaggero
IL RICORSO
Una sollecitazione al Ministero dei Trasporti a fornire «articolati chiarimenti», previo consultazione con il Comune, in ordine a una serie di aspetti progettuali; sospensione del parere e rinvio della trattazione all'adunanza del 16 ottobre. Così il Consiglio di Stato sul ricorso del comitato Salviamo viale Marconi, parole che i ricorrenti hanno accolto con grande fiducia per l'esito finale. «Il provvedimento, seppure interlocutorio, rappresenta a nostro parere un importante e riteniamo decisivo passo in avanti verso un esito positivo del nostro ricorso» scrive il comitato presieduto dalla commerciante Fabiana Tenerelli. Ottimismo condiviso dall'avvocato Matteo Di Tonno che parla di «ampia soddisfazione» in considerazione delle richieste di chiarimenti formulate per spiegare scelte e modifiche progettuali, «dalla perdita dei posti auto alle dimissioni del collaudatore, alla legittimità delle rotatorie, all'esistenza di un progetto regionale per l'instradamento dei filobus su viale Marconi anziché, come sosteniamo noi, su viale d'Annunzio passando alle spalle della stazione ferroviaria».
IL PROVVEDIMENTO
In particolare, i giudici del Consiglio di Stato, sezione prima - presidente Paola Alba Aurora Puliatti, estensore Francesco Mele e segretario Maria Cristina Manuppelli - , dopo aver ritenuto l'affare «non maturo per l'espressione del parere», hanno disposto un approfondimento istruttorio non ritenendo esaustiva la relazione integrativa fornita dal Ministero stesso, sollecitato a produrre altre carte attenendosi «alle indicazioni specificate» tenendo conto «delle osservazioni dei ricorrenti alle controdeduzioni del Comune». Gli aspetti sui quali viene chiesto di fare chiarezza riguardano la previsione o meno della quarta corsia già nel progetto originario nonché di una fase 2 che avrebbe comportato l'adozione di variante e, dunque, veridicità di quanto affermato in proposito nelle relazioni del direttore dei lavori e del responsabile del procedimento»; il Consiglio di Stato rimarca inoltre la distinzione tra competenze delm Comune e della Regione nell'opera oggetto di contenzioso in termini di Brt, affronta il tema dell'assoggettabilità dell'opera a Via e ne chiede di verificare la compatibilità con il Pums (Piamo urbano della mobilità) e con il regolamento viario comunale. Di rilievo l'aspetto legato alla sicurezza per la quale si evidenzia la verifica della compatibilità dell'opera a fronte delle rotatorie con varco aperto. Non è finita qui perché i giudici del Consiglio di Stato suggeriscono ancora al Mit di fornire chiarimenti su un paio di aspetti chiedendo «di acquisire documentate informazioni in ordine alle dedotte dimissioni del collaudatore e alle relative ragioni, alla nomina di un nuovo collaudatore, all'intervenuta effettuazione del collaudo e alle sue risultanze, comunicandone gli esiti nella suddetta relazione e allegando in proposito ogni utile documentazione». E, ancora, chiedono di esprimere «il proprio motivato avviso anche sulla eccezione di inammissibilità del ricorso sollevata dal Comune in relazione alla mancata impugnazione della delibera 406/2019». In conclusione, con il rinvio della trattazione al 16 ottobre, l'avvocato Di Tonno evidenzia «la questione dell'indennizzo, che il Consiglio di Stato è pronto a far riconoscere ai ricorrenti, quale che sia l'esito del ricorso, in caso di ritardata definizione del ricorso in oggetto». Alla soddisfazione del comitato Salviamo viale Marconi e dell'avvocato Di Tonno, si unisce la nota del candidato sindaco del campo largo, Carlo Costantini: «Anche il Consiglio di Stato vuole vederci chiaro, il sindaco Masci ammetta di avere sbagliato... La sua decisione nel riportare viale Marconi nelle condizioni in cui era prima non può che essere ricollegata al timore di prendere una batosta dal Consiglio di Stato».

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