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Data: 19/05/2021
Testata Giornalistica: COLLETTIVA
    COLLETTIVA

Il futuro del Mezzogiorno è oggi

Foto Giuseppe Di Stefano / Sintesi

L'agenda per far ripartire il Sud. La proposta della Cgil in un'iniziativa in diretta su Collettiva a partire dalle 10. Introduce Massafra, Cgil. Dopo la comunicazione del professor Prota, gli interventi di Gabrielli, Filcams, Malorgio, Filt, Re David, Fiom, Sorrentino, Fp. Poi il confronto tra il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il ministro per il Sud Mara Carfagna

Ma la distanza tra le due Italie non nasce oggi, arriva da assai lontano. Senza voler scomodare l’unificazione e Garibaldi, basti scattare la fotografia di quel che era subito dopo la seconda guerra mondiale. I sassi di Matera, grotte e abitazioni dei cittadini del luogo, non erano certo colpa del conflitto, ma semplicemente i luoghi in cui si viveva. E potremmo continuare con gli esempi. La Cassa per il Mezzogiorno, l’intervento straordinario per il quale fu fondata e le partecipazioni statali riuscirono a ridurre il divario Nord-Sud di non poco. Poi è ricominciato il distanziamento. Dal 2008 il Mezzogiorno si è allontanato ulteriormente e progressivamente dal resto del Paese.

Secondo la Svimez il Covid ha approfondito le distanze tra le “due Italie”. I posti di lavoro persi nel 2020 nel meridione si stima siano oltre quattro volte quelli andati in fumo al settentrione. Oggi il divario di occupazione tra Nord e Sud è del 15%. Nel primo semestre del 2020, a causa della pandemia, l’occupazione giovanile di chi abita nella parte bassa dello stivale si è ulteriormente ridotta del 12% a causa della pandemia nel primo semestre del 2020. Un giovane su tre di quelli che hanno smesso di studiare e non lavorano si trova al meridione.

Per non parlare delle donne, sono loro le vere vittime della pandemia. L’occupazione femminile è scesa sotto quota 40%: è sempre la Svimez a stimare che tra marzo e maggio dello scorso anno i posti di lavoro al femminile persi siano il doppio di quelli conquistati dalle donne negli undici anni precedenti: 171 mila contro 89mila

Secondo Eurostat le regioni del Mezzogiorno sono al 15esimo posto per disoccupazione. La Calabria è quella che registra la peggiore percentuale con più di una persona su cinque senza lavoro con un tasso di disoccupazione del 20,1 %. Seguono la Campania con il 18% e la Sicilia con il 17,9%.

Ma se l’Italia vuole ripartire non può che cominciare riducendo le distanze tra le sue due parti. Serve una agenda stringente e dettagliata, impegni concreti, investimenti ordinari e straordinari. Bene aver confermato il 34% della spesa ordinaria da destinare al Sud e bene anche che il 40% del Piano di rilancio e resilienza sia dedicato al Mezzogiorno, ma come e per fare cosa?

Rispondere a queste domande e offrire una vera e propria agenda di “cosa da fare” al governo è lo scopo dell’iniziativa “Il Futuro del Mezzogiorno è oggi” organizzata dalla Cgil. Sarà introdotta da una relazione di Giuseppe Massafra, segretario confederale, spetterà poi al professor Francesco Prota: insegna economia politica all’Università di Bari e ragionerà sull’evoluzione dei divari territoriali e le possibili vie dello sviluppo. La discussione sarà arricchita dai contributi di 4 segretari generali di Filcams, Fiom, Filt e Fp, Maria Grazia Gabrielli, Francesca Re David, Stefano Malorgio e Serena Sorrentino.

Il confronto sarà concluso da una dialogo tra il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e la ministra per il Sud e la coesione Mara Carfagna. Diretta streaming a partire dalle 10 su Collettiva.

Qui il programma in pdf


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