CHIETI Sciopero di quattro ore ieri mattina per i dipendenti della Panoramica e manifestazione davanti al Comune. La protesta è stata organizzata da tre dei quattro sindacati presenti nella Panoramica, Filt Cgil, Fit Cisl e Faisa Cisal che hanno parlato di «massiccia adesione». Non ha partecipato, invece, la Ugl. A rappresentare le altre sigle sindacali c'erano Franco Rolandi per la Filt Cgil, Andrea Mascitti per la Fit Cisl e Luciano Lizzi per la Faisa Cisal. Sindacati e lavoratori puntano il dito non solo contro la dirigenza della Panoramica, in mano alla famiglia Chiacchiaretta, ma anche contro il Comune, a cui rimproverano di aver promesso sostegno nella vertenza e poi di essersi defilato. Tutto è partito un anno fa quando ai 70 lavoratori della Panoramica è stato tagliato lo stipendio di oltre 300 euro, con la cancellazione degli accordi relativi alla contrattazione di secondo livello. «Abbiamo voluto evidenziare il silenzio che abbiamo definito imbarazzante da parte dell'amministrazione comunale di Chieti», ha detto Rolandi, «ricordo che il sindaco si era impegnato in prima persona in campagna elettorale. Addirittura il giorno stesso delle elezioni, partecipando telefonicamente a un'assemblea con tutti i lavoratori, si era impegnato a risolvere il problema definendo scandaloso l'atteggiamento aziendale, ma anche quello di chi aveva governato l'amministrazione comunale. Mettiamo sotto accusa anche la politica regionale: qui ci sono tanti consiglieri regionali eletti in questa provincia, sappiamo che la politica dei trasporti è governata e amministrata a livello regionale, ci chiediamo come si possa giustificare questo silenzio dal momento in cui l'imprenditore ha sferrato dei duri attacchi nei confronti dell'amministrazione regionale». E dal primo novembre c'è anche il problema dei nuovi turni, «causato», ricorda Mascitti, «dal taglio di 430mila euro varato dal Comune nell'ottica del risparmio economico. La rimodulazione dei turni ha prodotto un aggravio delle condizioni lavorative. C'è stato, inoltre, anche un conseguente taglio di posti di lavoro».