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Data: 14/03/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

La Sangritana ferma i pullman per Roma Il consigliere Alfonsi si appella alla Regione: «Collegamenti importanti per forze dell'ordine e medici»

AVEZZANO La società Sangritana "spegne" i motori delle corse commerciali che collegano l'Abruzzo con Roma a partire da domani: l'avviso di sospensione del servizio di trasporto fino al 3 aprile, diffuso dalla società, scatena l'ira dei pendolari, in particolare della Marsica. «Questa decisione va rivista», attacca il consigliere provinciale Gianluca Alfonsi, pendolare da una vita, «non è tollerabile, né eticamente corretto, che in una situazione di criticità, l'azienda sospenda un servizio indispensabile per tanti utenti, in particolare forze dell'ordine, medici e paramedici, che continuano a viaggiare per assicurare un servizio importante per la collettività».Per scongiurare lo stop, Alfonsi lancia un appello al presidente della Regione, Marco Marsilio, e ai consiglieri regionali, Mario Quaglieri e Simone Angelosante. «I pendolari che non possono fermarsi devono essere salvaguardati», aggiunge, «mentre il numero ridotto di viaggiatori diminuisce i rischi. L'azienda, invece di sospendere il servizio, si attrezzi per sanificare i mezzi».La decisione della Sangritana registra una serie di critiche. «Ho contattato il commerciale», dichiara Guido Piperni, un altro pendolare, «mi hanno risposto che la sospensione è scattata perché i viaggi sono antieconomici. In un periodo difficile per il Paese, quando l'Italia si ferma, tranne coloro che svolgono attività essenziali per la collettività, mentre il presidente del consiglio ha garantito il trasporto, questi signori chiudono il servizio». Se il quadro non cambia, quindi «a supporto del Dpcm», recita l'avviso della Sangritana, «per la tutela dei passeggeri, i conducenti e i dipendenti, si porta a conoscenza che dal 15 marzo al 3 aprile saranno sospese tutte le corse delle linee commerciali in gestione».Unica magra consolazione la possibilità, per chi ha acquistato i titoli di viaggio, di chiedere il rimborso. «È una decisione sicuramente legittima», commenta Nello Simonelli di Nazione futura, «che però causa un gravissimo nocumento alla realtà marsicana composta di tantissimi pendolari che giornalmente si recano a Roma per adempiere alle prestazioni ritenute di primario interesse dal governo. Auspico una soluzione che tenga contro di un problema avvertito dagli utenti, che non sono solo numeri e verso i quali dovrebbe prevalere l'etica del servizio pubblico».

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