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Data: 24/08/2019
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

«No al decreto Marsilio», si riapre la guerra dei taxi

Altro che problema risolto: il decreto con cui il presidente della Regione Marco Marsilio ha disposto l'assegnazione di 8 stalli ai tassisti pescaresi e 2 a quelli chietini ha riacceso all'Aeroporto la guerra dei taxi. «La legge non consente quello che il governatore ha disposto, dunque andremo in fondo per riaffermare i nostri diritti» ha dichiarato un tassista all'aeroporto.
In sintonia il sindaco Carlo Masci che ieri ha preso le distanze dal decreto regionale 55 del 9 agosto. «Seppur assunta nell'alveo di un quadro normativo apparentemente lineare - ha sostenuto il primo cittadino pescarese -, tale decisione consente ai tassisti teatini di utilizzare due stalli aeroportuali e di acquisire, oltre ai viaggiatori che scendono nello scalo pescarese, anche clientela sul territorio comunale di Pescara, circostanza assolutamente vietata dalla legge. Tale assegnazione pertanto non risolve in alcun modo quel dissidio che da decenni vede contrapposto il Consorzio dei Tassisti di Pescara e gli operatori teatini». Posizione che Masci ha condiviso con tutti i capigruppo di maggioranza: Vincenzo D'Incecco (Lega), Zaira Zamparelli (FdI), Roberto Renzetti (FI), Berardino Fiorilli (Amare Pescara), Adamo Scurti (Pescara Futura), Massimiliano Pignoli (Udc). Masci ritiene perciò la decisione «assolutamente inadeguata per addivenire a una corretta risoluzione del problema e per disinnescare quella tensione tra tassisti all'aeroporto che ha visto in passato anche episodi di aggressioni verbali e fisiche». Anche il vice presidente del consiglio comunale Berardino Fiorilli ha criticato il decreto di Marsilio definendolo «un cavallo di Troia» che «causerà sovrapposizioni del servizio, ingerenze, confusione tra i clienti che, una volta atterrati, avendo bisogno di un mezzo per raggiungere la propria meta, non possono preoccuparsi di capire la differenza tra un taxi pescarese o meno, e soprattutto determinerà una concorrenza sleale difficilmente controllabile».


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