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Data: 30/08/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Nuovo governo. Reazioni in Abruzzo. Legnini ottimista, Bellachioma furioso. Vacca, sottosegretario uscente: «Salvini avrebbe mandato l'Italia nel caos». Ma per l'azzurro Pagano «sarà un mix letale»

Il Pd: alleanza anche nelle Regioni. Presto il rinnovo di nove consigli, ma nei 5 Stelle per ora prevalgono i no


PESCARA L'effetto Conte sull'Abruzzo è un Giano bifronte. Si va dall'ottimismo di Gianluca Vacca, sottosegretario uscente del M5S, e Giovanni Legnini, consigliere regionale con una solida esperienza governativa, all'ira di Giuseppe Bellachioma, deputato leghista e la preoccupazione di Nazario Pagano, senatore azzurro. Abbiamo raccolto i loro commenti insieme a quelli dei parlamentari dem Stefania Pezzopane e Camillo D'Alessandro.

PARLA LEGNINI. «Con il conferimento dell'incarico di formare il Governo al professor Giuseppe Conte prende ufficialmente avvio il percorso di formazione di un governo di legislatura sorretto da un'ampia maggioranza parlamentare, composta dal M5S e da tutte le forze di centrosinistra.Si tratta di una novità assoluta che grava le forze politiche di una grande responsabilità nei confronti dei cittadini italiani, dell'Europa e della comunità internazionale. Le prime dichiarazioni del Presidente incaricato e delle forze politiche indicano novità programmatiche molto rilevanti per un'ampia stagione riformatrice, nel segno della crescita e della sostenibilità ambientale, della centralità dell'istruzione, della formazione e della cultura, dell'equità sociale e delle pari opportunità, della cura del prestigio e dell'autorevolezza internazionale e del ruolo da protagonista dell'Italia nell'Unione Europea. Per arrivare sin qui è stato profuso l'impegno di molte e molti, che vanno ringraziati per il gran lavoro svolto. Un plauso particolare deve essere rivolto a Nicola Zingaretti che è riuscito a tenere il timone durante difficili confronti e trattative, facendo leva sulle sue doti di lealtà, pazienza e moderazione, senza mai far prevalere interessi di parte e tanto meno personali. Auguri di buon lavoro al Presidente incaricato Conte e a quanti con lui dovranno corrispondere al mandato del Capo dello Stato, la cui saggezza e fermezza rappresentano l'ancoraggio più solido per le istituzioni e per i cittadini italiani».

IL 5 STELLE VACCA. «Conte ha confermato di essere un uomo con un forte senso delle istituzioni, affidabile e con un unico interesse: tutelare i cittadini italiani. Il M5S si stringe attorno a lui e a Luigi Di Maio, ed è pronto a farsi carico di questa nuova sfida per scongiurare l'aumento dell'Iva, diminuire le tasse, contrastare la corruzione, coltivare i beni comuni come la sanità, l'istruzione, la cultura, e per dare una prospettiva di crescita economica e sociale all'Italia. Il M5S nasce per contrastare alcune derive del sistema partitico e per portare avanti le buone idee per cambiare in meglio il Paese: è quello che stiamo facendo. Salvini ha deciso di far precipitare l'Italia nel caos, ponendo fine a un governo dopo poco più di un anno per qualche poltrona in più in Parlamento. È da irresponsabili inseguire i sondaggi, è da irresponsabili far votare gli italiani ogni anno. Sarebbe stato da irresponsabili, con un terzo dei parlamentari del Movimento, non provare a mettere in piedi un programma di governo innovativo e di tutela degli interessi dei cittadini. Stiamo salvando l'Italia e gli italiani dal baratro in cui voleva gettarci la Lega».

BELLACHIOMA ATTACCA. «La nascita di questo nuovo governo non può che essere riconducibile a tre aspetti: il primo è che nessuno si aspettava, dopo 14 mesi di governo Lega-Cinquestelle, che due forze politiche che si sono insultate, denunciate e querelate, si sarebbero sedute allo stesso tavolo. Il secondo è che tutto questo ha una sua matrice unica per Pd e M5S: detenere quelle poltrone che, tornando al voto, non potrebbero assolutamente mantenere. Quindi è un governo di poltrone e accordi sottobanco tra partiti che rappresentano solo se stessi. Gli elettori del Pd e dei 5 Stelle infatti sono basiti per questo accordo. L'ultimo motivo, ovviamente, è che il grande successo della Lega ha fatto sì che tutti si coalizzassero contro Matteo Salvini per la paura di essere asfaltati. Queste sono le vere ragioni. E a chi mi chiede se la scelta di Salvini sia stata improvvisata, per non dire sprovveduta, rispondo no, nella maniera più assoluta. Salvini ha deciso anche in funzione di ciò che gli è stato riferito dai ministri, i sottosegretari, i presidenti di commissione. Io stesso gli ho detto che nella commissione bilancio con gli alleati di governo era impossibile andare avanti. La sua è stata una scelta obbligata».

LA VOCE DI PAGANO. «Il nuovo Governo è, per certi versi, non distante dal precedente: entrambi nati da un'alleanza innaturale, entrambi costruiti a tavolino fra i partiti ignorando le indicazioni degli elettori. L'esecutivo giallorosso desta però una maggiore preoccupazione: parte infatti come il Governo più a sinistra della storia, un mix letale fra il M5S e la sinistra peggiore, quella degli eredi del Pci. In un momento in cui l'Italia rischia la recessione, sia a causa dell'andamento negativo dell'economia, sia a causa della scellerata manovra dei gialloverdi, che ci ha portati a crescita zero, servirebbe un Governo di centrodestra, liberale, pronto a investire in defiscalizzazione e infrastrutture, atlantista e europeista. Al contrario, questo sarà certamente il Governo delle tasse e non mi meraviglierei se arrivasse una patrimoniale. Senz'altro, il ruolo di Forza Italia è oggi più che mai fondamentale».

IL DEM D'ALESSANDRO. «Il nuovo governo archivia la stagione precedente fallita con la crisi aperta da Salvini. Ora è possibile ripristinare e normalizzare il confronto politico ed aprire una nuova stagione per il Paese e per l'Abruzzo. La sfida è quella di passare da un governo populista ad un governo popolare che rinuncia alla paura e sceglie il coraggio.Se nelle prossime ore tutto si concluderà per il meglio dobbiamo subito definire un'Agenda Abruzzo. Innanzitutto evitare la sciagura della scissione mascherata da autonomia proposta dalle regioni Veneto e Lombardia. Riaprire la partita per la messa in sicurezza del collegamento autostradale evitando il meccanismo automatico dell'aumento delle tariffe, accelerare la bonifica di Bussi, garantire norme e risorse sulla ricostruzione, puntare sulla velocizzazione ferroviaria della Pescara-Roma e istruire l'azione del Governo in Europa per agganciare alla strategia della trasversalità, Ortona-Civitavecchia, la Zes. Il Governo regionale evanescente di Marsilio si sveglia più debole con la presenza dominante di una Lega che per 14 mesi di governo non è stata utile all'Abruzzo ed oggi si trova all'opposizione. Ce ne faremo carico noi delle esigenze degli abruzzesi. Sul fronte politico regionale Pd e 5 Stelle inizino a parlarsi e confrontarsi, a partire dal lavoro da condividere insieme come parlamentari abruzzesi».

INFINE PEZZOPANE. «Un bel discorso quello di Conte. Inizia un percorso complesso ma indispensabile a bloccare il populista che voleva "pieni poteri" ed a sbloccare la situazione politica. Ora si lavora a chiudere il programma e la squadra. Solo 20 giorni fa l'Italia sembrava destinata ad essere un paese sovranista, razzista e succube della Russia, con spread che saliva e crisi economica e sociale. Ora si riapre un orizzonte. Il Pd ce la metterà tutta nell'interesse dell'Italia. Salvini parla di complotto? Semmai è un autocomplotto».

Presto il rinnovo di nove consigli, ma nei 5 Stelle per ora prevalgono i no

ROMA Dopo l'alleanza a Palazzo Chigi in casa Dem è scattata la riflessione sull'ipotesi di esportare in ambito regionale il sodalizio con il M5S. E che questa sia una strada giudicata percorribile dal Nazareno - in vista dell'imminente apertura delle urne per il rinnovo dei consigli regionali in Emilia Romagna, Umbria, Calabria, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia - lo dimostra in ordine di tempo la posizione assunta dal presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il quale pur ammettendo di non credere ad «accordi a tavolino né a desistenze», ha mandato un chiaro segnale ai pentastellati. Ma la prospettiva ha sollevato molti "no" e non poche riserve tra gli eletti M5S. A dare autorevolezza al nuovo possibile percorso è Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio nonché presidente del Pd e quindi leader di una delle due forze alle prese con il varo del nuovo esecutivo. «Davanti a noi abbiamo elezioni difficili in Regioni diverse», ha spiegato durante la direzione Dem. Per questo «dobbiamo fare ogni sforzo per costruire in ciascuna di queste realtà l'offerta politica e programmatica più credibile. Anche naturalmente sul versante di alleanze che il nuovo quadro politico potrà favorire, ma che comunque andranno verificate e costruite sempre sul primato di valori e programmi condivisi». Ma in casa grillina i "no" sono tanti. Per la consigliera regionale pentastellata in Emilia Romagna Silvia Piccinini «non ci sono le condizioni per alcun tipo di accordo a livello regionale, a maggior ragione se questo dovesse essere fondato dalla paura che il Pd ha di perdere la Regione». Perentorio il capogruppo pentastellato in Regione Toscana Giacomo Giannarelli: «Il Movimento 5 Stelle non farà alleanze con nessun partito». Sulla stessa linea Michele Dell'Orco, sottosegretario uscente del Movimento 5 Stelle, per il quale in Emilia Romagna «non c'è alcun accordo di desistenza». Fermi sulle proprie posizioni anche i componenti del gruppo M5S nel Consiglio Regionale del Veneto: «Non abbiamo mai fatto alleanze con altri partiti, né di maggioranza né di opposizione, e non abbiamo intenzione di iniziare adesso». Il governatore della Toscana Enrico Rossi, invita alla calma: «Aspettiamo che parta il governo nazionale, io non ho fretta», sottolinea.

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