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Data: 09/02/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Tagli alle corse, va in scena la protesta dei pendolari Presidio a piazza d'Armi con la partecipazione di sindacalisti ed esponenti politici E il comitato invita la città a una battaglia unitaria per contrastare le scelte di Tua

L'AQUILA «Viaggiare per noi non è una scelta, ma una necessità. La tratta per Roma deve rimanere pubblica, non può essere commercializzata. Tutta la città deve sostenere la nostra battaglia». All'Aquila va in scena la protesta dei pendolari contro la decisione di Tua di sopprimere e accorpare circa 15 corse concentrate nelle fasce orarie mattutina e serale, quelle maggiormente frequentate da chi, tutti i giorni, si reca nella capitale per motivi di lavoro o di studio. Nell'area del mercato di Piazza d'Armi si è tenuto un presidio al quale hanno partecipato anche molti esponenti dei sindacati e della politica locale. Presenti, tra gli altri, la deputata Pd Stefania Pezzopane, diversi consiglieri comunali, il consigliere regionale Americo Di Benedetto e l'assessore Carla Mannetti.

LE STORIE. «Viaggio dal 1999 e quella che si verrà a creare con i tagli è una situazione drammatica», dice Antonello Fazio, che, come molti altri pendolari, ritiene che l'impatto dei nuovi orari sarà ben più pesante rispetto a quello prospettato dal presidente della Tua Gianfranco Giuliante, che aveva minimizzato parlando di «corse con presenze medie giornaliere di 4,9 utenti e di 2,9 utenti che vengono semplicemente anticipate o posticipate di 15 minuti». «Un quarto d'ora di differenza», osserva Antonello, «significa, magari, timbrare al lavoro mezz'ora dopo oppure perdere un treno o una coincidenza. Con i nuovi orari, inoltre, la penultima corsa per L'Aquila da Roma ci sarà alle 19,45, perché quelle delle 20,30 e delle 21,30 sono state soppresse. Chi non farà in tempo a prenderla dovrà aspettare fino alle 22, orario dell'ultima corsa. Rimanere in attesa due ore alla stazione Tiburtina non è bello, specialmente per le donne».«Lavoro a Roma per 9 ore al giorno», racconta un altro pendolare, Stefano Tacconi. «A questo tempo va sommato quello che impiego per raggiungere il luogo di lavoro. Con i nuovi orari, per gli spostamenti da e per Roma ci vorranno almeno 4 o 5 ore. Per uno come me significherebbe non avere più una vita».Per poter arrivare puntuale nel suo ufficio a piazza Barberini, nel cuore di Roma, Stefania Mucciante prende tutte le mattine il bus delle 5,30: «Riparto per L'Aquila alle 19,30, qualche volta anche alle 20,30. Questi tagli potrebbero essere solo l'inizio. Il rischio, a lungo termine, è che arrivino a sopprimere altre corse o che aumentino i prezzi degli abbonamenti per fare cassa. Noi pendolari diventeremo oggetto di competizione tra Tua e gli altri operatori privati». «Viaggiare per me non è una scelta ma una necessità, visto che il lavoro qui all'Aquila manca», afferma Lucio Mastrantonio. «Parto la mattina alle 6,45 e la sera prendo il bus delle 20,30. Con i nuovi orari sarò obbligato ad aspettare le 22, il che significherebbe stare a casa a mezzanotte. Tanto vale, a questo punto, trasferirmi a Roma».«Sono pendolare anch'io», afferma la deputata Stefania Pezzopane. «La decisione assunta da Tua è gravissima. La corsa notturna è assolutamente necessaria per i pendolari e per chi torna con i treni, quelle della mattina fondamentali per chi deve essere a Roma presto. Queste decisioni vanno riviste radicalmente. Marsilio può bloccare tutto se vuole e aprire un tavolo di confronto».BATTAGLIA UNITARIA. Di storie come queste se ne potrebbero raccontare a decine. «Anche se alcune corse non sono vantaggiose, per i pendolari aquilani sono invece essenziali» dichiara la presidente del comitato Donatella Sarra. «Le dichiarazioni del presidente Tua denotano una scarsa conoscenza del numero reale dei pendolari che usufruiscono delle corse. Tua renda pubblici i rapporti di controllo, che sono gli unici che danno la misura esatta degli utenti presenti sui mezzi. I dati desunti dal sistema delle prenotazioni sono inesatti, perché la maggior parte dei pendolari non si prenota e inoltre bisogna tenere conto dei passeggeri occasionali che acquistano il biglietto a bordo. Siamo disponibili a valutare un'ottimizzazione del servizio, ma non vogliamo subire passivamente la riduzione delle corse per un mero obiettivo economico. Questa dev'essere una battaglia politica di tutti gli aquilani, indipendentemente dalle appartenenze».

09 febbraio 2020 il centro AQ


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