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Data: 19/03/2019

Che L'Aquila ritrovi l'identità di città viva di Sergio Mattarella

Sono già passati dieci anni dal devastante terremoto che ha sconvolto la vita dell’Aquila. Trecentonove i morti, mille e seicento i feriti e più di ottantamila gli sfollati. Dolore, difficoltà e disagi hanno accompagnato il percorso dal quel tragico evento sino a oggi. Ma la rassegnazione non ha prevalso sulla forza d’animo che caratterizza la popolazione aquilana. L’Aquila ha una storia preziosa e nobile che doveva continuare e continua. Nei suoi edifici, nelle sue piazze, ma soprattutto nei legami della sua gente. Nelle attività produttive, nell’Università, nei suoi centri di eccellenza. Nelle tante bellezze artistiche, nella capacità di innovare, nelle reti di comunità. Dopo il terremoto, sono stato all’Aquila più volte: l’occasione più recente è stata la cerimonia di riapertura di Santa Maria del Suffragio, la chiesa delle Anime Sante. E’ stato un gran segno di speranza e di fiducia nel futuro vedere come la comunità locale si è stretta, con commozione e orgoglio, intorno a questo importante simbolo cittadino. Accanto alla Chiesa vi sono molti cantieri aperti e altri ancora da avviare. Ma non si può accettare che, mentre la ricostruzione procede, anche se con fatica, la mancanza di lavoro e di attività produttive costringa gli aquilani ad andare via. Una città vive soltanto con i suoi abitanti. Ci vorranno, naturalmente, ancora tempo, dedizione e determinazione per restituire alla città e ai Comuni del cratere la piena normalità. Le occasioni e le energie ci sono, così come la collaborazione internazionale. Anche lo sport contribuisce: un’occasione importante di sensibilizzazione sarà la tappa di maggio del Giro d’Italia. L’Aquila, così come le altre zone duramente colpite da calamità naturali, è, insieme, un simbolo e una questione nazionale. Perché la ricostruzione rappresenta un banco di prova decisivo per le istituzioni, centrali e locali, per la loro capacità di governare con efficienza, solidarietà e lungimiranza e per quella di connettersi davvero con le attese e le speranze di nostri concittadini che vivono nel disagio da tanti anni. L’augurio che tramite “Il Centro” invio all’Aquila - e ai suoi abitanti - è che al più presto le venga pienamente restituita la sua storica identità di città viva, centro dinamico di arte, cultura, turismo, ricerca e produzione.


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