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Data: 05/09/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Tua, beffati 1.200 aspiranti meccanici. Rolandi(Filt Cgil) denuncia: «Concorso per 55 assunzioni bloccato da un anno e mezzo. E i mezzi rotti restano fermi»

PESCARA Più di 1200 « candidati beffati», ai quali per partecipare al concorso da 55 posti da meccanico alla Tua si chiedeva il possesso della patente D. Persone che hanno speso un migliaio di euro per conseguire quel tipo di patente, con il risultato che il concorso bandito nel 2016 è fermo e le assunzioni ancora di là da venire. Ed è solo l'inizio della storia.

LO SCIOPERO. A denunciare quanto accade all'interno della società di trasporto pubblico regionale è il segretario Abruzzo-Molise della Filt Cgil, Franco Rolandi, che nel corso di una conferenza stampa ha anche annunciato lo sciopero generale di 4 ore del settore trasporti indetto per il 16 settembre. Data che coincide con la riapertura delle scuole, e che non si deve a una scelta della sigla sindacale, ma all'applicazione delle norme che regolano il diritto di sciopero. «Al di là del fatto delle false aspettative create nelle persone che hanno partecipato al concorso», ha detto Rolandi, «resta anche il danno economico che è stato loro arrecato, che in tutto sfiora il milione di euro. Ci rivolgiamo alle istituzioni, e alla società Tua, al presidente Gianfranco Giuliante, perché intervengano con urgenza per sbloccare questa situazione». Alla conferenza stampa, assieme a Franco Rolandi, hanno partecipato Patrizio Gobeo (Filt Pescara), Domenico Fontana (Filt L'Aquila-Teramo), Luigi Scaccialepre e Aurelio Di Eugenio (segreteria regionale della Filt).

JURASSIC PARK. C'è poco da stare allegri, in base al quadro tracciato dalla Filt: la questione è particolarmente insidiosa, ha detto Rolandi, perché i mezzi circolanti hanno un'età media di circa 12 anni. Un tempo "jurassico", se paragonato ai 6 anni della media europea, che poteva essere ridotto a 9 se fossero entrati in funzione i 206 nuovi autobus attesi per febbraio dell'anno scorso. Una circostanza che si traduce «nel fermo macchina di 300 mezzi» a fronte degli 865 a disposizione dell'azienda. «Siamo molto preoccupati», ha detto Rolandi, «per quello che potrà succedere con la riapertura delle scuole. Con tutti questi mezzi fermi, (nel frattempo anche i meccanici interinali assunti in attesa della conclusione delle procedure concorsuali sono stati mandati a casa), sarà difficile garantire il servizio». A tutto questo si aggiunge che i cosiddetti "Euro 0" non possono più circolare per legge. «Dal primo gennaio di quest'anno», spiega Rolandi, i mezzi con queste caratteristiche possono rimanere in esercizio fino alla revisione». E dopo si fermeranno anche quelli.

LE SUB-CONCESSIONI. Quasi due milioni di chilometri di linee "a domanda debole" saranno affidati in concessione a società private, come prevede la delibera approvata lo scorso 29 luglio dalla giunta regionale «con tempismo eccezionale. Il progetto di sub-affidamento condiviso dalla giunta del presidente Marsilio risulta in perfetta continuità con quanto aveva già ipotizzato il governo Chiodi per l'allora Arpa, ma anche con quanto ipotizzato più di recente dal governo a guida D'Alfonso-Lolli». I sindacati, aggiunge Rolandi, sono molto preoccupati perché «appare evidente come l'applicazione del contratto autoferrotranvieri non costituisca un vincolo per l'azienda sub-affidante. Non ci sarebbe da sorprendersi dell'utilizzo di autisti pensionati o di un vero e proprio dumping contrattuale. Ci sembra una privatizzazione mascherata». EMORRAGIA DI RISORSE. Il fondo unico locale del trasporto pubblico, ha sottolineato ancora Rolandi, dal 2014 al 2018 è passato da 187 milioni a 177 milioni l'anno, subendo un taglio di circa 10 milioni l'anno. «Da quanto emerso in questi primi mesi, l'attuale governo regionale», secondo il sindacalista, «non sembra affatto intenzionato a voler invertire il trend negativo».

BIGLIETTO UNICO. L'ennesima incompiuta, che vige soltanto nell'area metropolitana Pescara-Chieti. «La sua mancata estensione a livello regionale», osserva Rolandi, «determina un'inaccettabile sperequazione in termini di sviluppo e incentivazione all'uso del mezzo pubblico». Per non parlare del fatto che molti viaggiatori non fanno il biglietto, dice il sindacalista, secondo il quale bisogna affrontare in maniera seria il problema dell'evasione.

LA VAL DI SANGRO. Pur essendo pervenute molte segnalazioni da parte di utenti e pendolari che rivendicano il diritto a fruire del servizio pubblico, «in condizioni dignitose», conclude Rolandi, «la Regione continua a manifestare scarsa attenzione ignorando le legittime aspettative degli operai della Val di Sangro, privati della possibilità dio servirsi del mezzo pubblico. il paradosso è che esistono collegamenti per i centri commerciali, ma non per le fabbriche».


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